Racchiudere la propria vita e la propria carriera in un libro e in un premio. E’ successo a William Friedkin, il maestro che ha diretto L’esorcista e Vivere e morire a Los Angeles, che in pochi giorni si è ritrovato alla Mostra del Cinema di Venezia a ritirare il premio alla carriera, presentando il restauro de Il salario della paura, e a presentare William Friedkin – Il buio e la luce (The Friedkin Connection), la sua autobiografia edita in Italia da Bompiani.
Una carriera passata sempre lontana dalle passerelle e dai riflettori degli studios, dando nuovi impulsi al cinema hollywoodiano e a quello poi denominata New Hollywood, come dimostrano film fondamentali come appunto L’esorcista, vera e propria pietra miliare dell’horror e rivoluzione del genere, o Il braccio violento della legge, primo film di genere a vincere i 5 Oscar principali. Con il passare degli anni ha sempre lavorato su progetti indipendenti e sorprendenti, fino al geniale Killer Joe di un paio di anni fa. Ora gira il mondo come regista di opere liriche: in questo momento prepara il Rigoletto di Verdi, con Placido Domingo per la direzione musicale di Zubin Metha, che esordirà a Firenze per poi volare a Los Angeles. In attesa che la spontaneità di un nuovo film lo colpisca.
EMANUELE RAUCO