Wes Anderson, accompagnato dall’attore Jason Schwarzman e dal regista e produttore Roman Coppola entra sorridendo in sala Petrassi all’Auditorium per uno degli incontri più attesi di quest’edizione del Festival Internazionale del film di Roma. E generosamente offre aneddoti divertenti agli spettatori sui suoi film, racconta dei suoi progetti futuri. Prima di tutto viene mostrato in prima mondiale il cortometraggio Castello Cavalcanti, prodotto da Prada dove si omaggia il cinema italiano di Germi e Fellini. Parte della sceneggiatura è quella realmente utilizzata a Cinecittà da Federico Fellini per La dolce vita e nella colonna sonora un brano da Signore e Signori di Germi.
I tre, veri cinefili del nostro cinema del passato, si sono divertiti a realizzare il corto e Anderson confessa che potrebbe trattarsi del primo episodio di una serie: “Potremmo fare dei film legati a diversi paesi e a diversi cineasti. Potremmo andare in vecchi studi cinematografici per cercare di ambientare un film lì per collegarli poi ai registi che hanno girato lì. Potremmo ipotizzare un tour mondiale di questo personaggio. Magari è un’idea che non si realizzerà mai” afferma osservando la reazione dei suoi amici. E poi, rispondendo direttamente ad una domanda del pubblico, rivela che The Grand Budapest Hotel, in sala dal 2014 è stato girato tra Germania e Polonia, è ambientato negli anni ’30 e Ralph Finner è il protagonista e interpreta un portiere. Inoltre, visto che i film del regista, da The fantastic Mr. Fox e Moorise Kingdon hanno sempre un tema musicale molto presente, rivela che per questo nuovo lungometraggio si è occupato delle musiche il compositore francese Alexandre Desplat. “Ci è venuta in mente una Balalaika. Tutto il film godrà degli influssi della musica tradizionale russa filtrata dalle orecchie di un compositore francese”.
A seguire il cortometraggio, visibile sul sito Prada.com pochi minuti dopo la fine dell’incontro.