Arcipelago 2.0: l’ultimo spettacolo. Con questa dicitura, che richiama il film omonimo di Peter Bogdanovich, andrà agli annali la ventesima edizione del festival internazionale di cortometraggi Arcipelago che si terrà dal 15 al 22 giugno prossimi a Roma (qui il programma). A dichiararlo è stato il direttore artistico Stefano Martina: “Dopo vent’anni trascorsi alla ricerca instancabile di giovani talenti, italiani e non, dando un serio contributo al rinnovamento delle leve del nostro cinema e all’indagine sui nuovi linguaggi destinati a trasformare il racconto cinematografico, sono ormai venute a mancare del tutto (se mai ci sono state davvero in misura accettabile) le condizioni per continuare il nostro lavoro. All’incertezza cronica delle fonti pubbliche di sostegno economico, aggravata ormai oltre ogni limite da una crisi finanziaria devastante che vede la Cultura – come sempre in Italia – in cima all’elenco delle vittime, si sono sommati da alcuni anni ritardi decisionali sempre più prolungati e critici, che riteniamo ormai assolutamente insostenibili. Nessuna attività, culturale o meno, in nessun paese al mondo, può sopravvivere senza un minimo di progettualità. In nessun paese civile, a parte il nostro, si può lontanamente immaginare di poter inaugurare una manifestazione nella più totale mancanza di certezze rispetto al suo budget. Ed è proprio quanto, soprattutto quest’anno, sta invece accadendo ad ARCIPELAGO. E a troppe altre pregevoli e collaudate iniziative culturali italiane”.
Un evidente atto d’accusa verso il nostro sistema culturale che si spera non resti inascoltato – come tante e troppe volte è successo in passato. Al di là della sua dimensione festivaliera, comunque Arcipelago continuerà ad esistere in forme meno ufficiali e ancora non del tutto definite, “preferendo alle tradizionali ‘battaglie campali’ le più agili e meno costose forme della guerriglia”.
Comunque, per quest’anno, per quest’ultima edizione, il programma è come al solito molto ricco, da un focus dedicato al cinema breve della Polonia a una retrospettiva completa in onore di Simone Massi, 42enne regista d’animazione marchigiano, appena premiato con il David di Donatello come miglior cortometraggio per Dell’ammazzare il maiale.