Digitale: siamo solo al 47%

A Venezia, un convegno organizzato da Mediasalles ha dimostrato come il nostro paese sia indietro con la media europea riguardo alla digitalizzazione delle sale.

In occasione della 69esima Mostra del Cinema di Venezia, Media Salles ha presentato i dati aggiornati al 30 giugno 2012 riguardo alla digitalizzazione del parco sale europeo. Secondo le ultime rilevazioni, gli schermi digitali sono ora poco meno di 22 mila, pari al 60,5% del totale. Rispetto ai sei mesi precedenti, l’incremento è stato di oltre il 17%, in linea con i risultati del 2011, così come permane la tendenza alla conversione degli schermi in 2D, mentre sembra essersi fermata quella forza di propulsione che la stereoscopia aveva espresso a partire dal 2009.

In Germania, al momento, le sale digitalizzate sono 2.500, in Francia 4.397, nel Regno Unito 3.216, in Italia 1.815. Dietro di noi, tra i principali Paesi UE, solo la Spagna con 1.750 schermi. Anche per quanto riguarda il tasso di penetrazione del digitale, l’Italia presenta una delle percentuali più basse, pari al 47%, e di nuovo indietro rispetto a quella di Inghilterra (86%), Francia (80%), Germania (54%) e perfino Russia (72%). La situazione nel nostro Paese, ovviamente, presenta forti disparità a seconda della tipologia di cinema. Come ha evidenziato il presidente di Media Salles, Luigi Grispello, tutti i multiplex e le multisale avevano già completato o iniziato la conversione al primo gennaio di quest’anno, mentre per quanto riguarda le cosiddette sale tradizionali, il digitale all’inizio del 2012 non aveva toccato che il 23% degli schermi.

“Nonostante i distributori abbiano sostenuto notevoli sforzi economici per consentire un sistema agevolato di virtual print fee [un contributo economico agli esercenti che mostrano un film in digitale], i dati dimostrano che a essersene agevolati sono stati sempre multiplex e grandi multisale”, ha commentato a proposito Egidio Viggiani di Eagle Pictures, in rappresentanza dei distributori Anica, che ha anche chiesto l’intervento di “una cabina di regia del Mibac, a coordinamento non solo delle categorie di settore ma anche delle Regioni e altri soggetti con risorse pronte da investire, ad esempio il ministero della Coesione Territoriale”.

Anche secondo Lionello Cerri, presidente degli esercenti Anec, le Regioni sono gli attori a cui guardare per rispondere nell’immediato alla sfida della digitalizzazione, ma senza escludere una revisione della scadenza per lo switch off, ora fissata dai distributori per l’inizio del 2014.