E’ arrivato finalmente il momento della presentazione ufficiale del Torino Film Festival 2013 e del suo nuovo direttore: Paolo Virzì. Nella conferenza stampa, tenutasi a Torino ieri, 5 febbraio, dopo i saluti istituzionali, il presidente Ugo Nespolo ha preso la parola, precisando che il direttivo desidera un’edizione rinnovata capace di ritornare a progetto iniziale di “Festival del cinema giovane” delle origini. A tale scopo, confermando in toto la squadra di lavoro capitanata dal vice-direttore Emanuela Martini, è stato chiamato – dopo Nanni Moretti e Gianni Amelio – un altro cineasta in attività come Paolo Virzì che vuole portare delle nuove idee e un contributo personale, con lo spirito sorprendente e la vivacità che lo contraddistinguono. Virzì, prendendo la parola ha fatto cenno alla chiamata ricevuta intorno a Natale che lo emozionò molto e poi – riferendosi al festival – parla di realtà importante, di esempio per l’Italia: “Io abito a Roma e vi invidio molto. Avete costruito una cosa preziosa e meritate questo successo”. Poi torna più volte sul concetto di identità del TFF da preservare anche perché –come i numeri hanno dimostrato – la formula adottata è vincente e a Torino, grazie al pubblico e all’attenzione dei media, sarà possibile far coabitare il cinema popolare d’intrattenimento con i percorsi d’autore, quelli sperimentali e del documentario. E accanto all’importante retrospettiva sul cinema della New Hollywood, articolata in due anni, e curata da Emanuela Martini, resterà la sezione Festa mobile che avrà diverse sottosezioni tra le quali quella che Virzì definisce “Europop” perché permetterà di presentare i film mainstream più amati dal pubblico europeo non distribuiti in Italia. La sezione Onde di Massimo Causo e Italiana.doc di Davide Oberto, così come i rispettivi gruppi di lavoro, resteranno invariate. Senza contare che il regista toscano desidera fortemente dare risalto a quel “cinema valoroso che ha combattuto a mani nude in anni difficili”; definizione usata per il cinema italiano degli ultimi 15 anni, capace di raccontare il nostro paesaggio umano e che, negli intenti del direttore, sarà lo spunto per una serie di incontri. Una decina di pellicole per analizzare quello che sono gli italiani oggi e se abbia ancora senso parlare di “cinema italiano”, dando al termine un’identità precisa. E con tono deciso, davanti a diversi politici, da cineasta in prima linea ricorda come il periodo sia stato e sia ancora molto duro e come diversi colleghi – anche con pochi fondi – siano stati capaci di tenere altissima la qualità della nostra cinematografia.
Poi si torna al fiume in piena di proposte e idee, come i contatti presi con la Rai per ottenere una striscia televisiva quotidiana per i 9 giorni di festival, il potenziamento del canale Youtube, l’attenzione verso la critica dei quotidiani e delle riviste di settore, come per quella del web, definito come lo “strumento privilegiato dei più giovani”. Giovani che saranno coinvolti direttamente perché saranno intensificati i rapporti e le collaborazioni con il Dams dell’Università degli Studi di Torino, con il Centro Sperimentale di Roma e con lo Stabile di Torino. Virzì cita in chiusura proprio la realtà teatrale della città perché nella prestigiosa scuola si è formato Giovanni Anzaldo, protagonista insieme a Valeria Golino, Luigi Lo Cascio e tanti altri del suo nuovo film corale: Il capitale umano. Le riprese del film inizieranno a Milano il 18 febbraio prossimo e la pellicola sarà nelle sale, presumibilmente, in autunno. Un “noir padano” lo definisce l’autore che per la prima volta girerà nel Nord Italia e che sfrutterà la vicinanza con Torino per lavorare intensamente al programma del suo nuovo festival.