Dopo la Quinzaine a Cannes, arriva e si aggiudica al Torino Film Festival il premio come miglior film Mange tes morts di Jean-Charles Hue, un’opera complessa che racconta la quotidianità di una famiglia di nomadi appartenenti alla comunità jenish tra violenza e voglia di sopravvivenza. Si tratta di omaggio del regista al western come da sua dichiarazione: “quando ho incontrato i Dorkel è stato come se i personaggi del Mucchio selvaggio di Peckinpah avessero preso vita di fronte ai miei occhi”.
E dopo tanti premi collaterali assegnati nella tarda mattina (Premio scuola Holden -Storytelling & Performing ArtsFor, Premio Achille Valdata) Some Inexplicable Reason di Gábor Reisz si aggiudica anche il premio speciale della giuria: “fantasioso e semplice ritratto di un goffo bamboccione che inconsciamente non vuole cambiare. Linguaggio garbato. Situazioni sanamente logorroiche. Film onesto e vero anche nei suoi ralenti”.
I cinque membri: Ferzan Ozpetek, Geoff Andrew, Carolina Crescentini, Debra Granik e György Pálfi non dimenticano però anche il film più eccentrico, lirico, poetico e quello che ha dimostrato più voglia di trovare nuovi linguaggi per raccontare l’Italia: N-capace di Eleonora Danco. La giuria spiega che l’opera è stata in grado di colpirli emotivamente ed intellettualmente con un ritratto lirico e penetrante del nostro tempo. Menzione anche ai personaggi – non attori del film per “i loro contributi che sono divertenti e onesti e che ci hanno insegnato moltissimo”.
Premio per la Miglior attrice ex aequo a: Sidse Babett Knudsen, nel ruolo di Cynthia in The Duke of Burgundy di Peter Strickland e a Hadas Yaron per Meira in Felix & Meira di Maxime Giroux.
Premio per il Miglior attore a: Luzer Twersky, nel ruolo di Shulem in Felix & Meira di Maxime Giroux.
Per Italiana.doc vince Rada di Alessandro Abba Legnazzi per la volontà di raccontare e confrontarsi in uno spazio cinematografico con storie di vita e personaggi.
Premio Fipresci: Mercuriales di Virgil Vernier: “capace di unire un originale senso di realtà, luogo ed estraneità con estro cinematografico e una poetica umanità multietnica”.
Premio Cipputi 2014 – Miglior film sul mondo del lavoro a Triangle di Costanza Quatriglio: “per la sua capacità di intrecciare in maniera non rituale, storie che si legano in un filo che danno continuità alla memoria del tempo. Il tutto con un’idea forte di regia, attraverso la storia di un personaggio “unico”. Un documentario che dimostra quanto ci sia bisogno di immagini che facciano riflettere lo spettatore”.
giovanna barreca