Con Bruno Zambardino, autore della ricerca (insieme ad Alberto Pasquale) e Riccardo Tozzi, presidente Anica, abbiamo analizzato i dati emersi dallo studio sulle attività svolte dalla Direzione Generale Cinema a sostegno della filiera cinematografica dal 2005 al 2012 presentati alla 70esima Mostra del cinema di Venezia. I dati, di cui Tozzi esalta la trasparenza ottenuta grazie al Ministero, rivelano come nel 2012 siano stati assegnati circa 200 milioni di euro a sostegno della filiera, con un trend in crescita a partire dal 2010 e con un significativo pareggio tra le risorse provenienti dal FUS e quelle dal tax credit. Ma poi emergono i dati più sconfortanti: in otto anni la DGC ha assegnato 323 milioni di euro alla produzione di film di Interesse Culturale (984 progetti) ma a fronte di tali finanziamenti poi non corrisponde un’uscita in sala delle opere. I film si realizzano (su 984 progetti deliberati negli ultimi otto anni, quasi il 66% rientra nei generi “drammatico” e “commedia” e nel 2012, a prevalere è il genere commedia, grazie ad opere di esordienti) ma poi non hanno la forza di reggere il mercato, di arrivare in sala ed essere visti. Tante le analisi su questo problema, sulle responsabilità dello stato, dei produttori, dei distributori e degli esercenti. Proposte come la riduzione delle soglie dei costi di distribuzione, la revisione dei meccanismi di rientro, nuove tempistiche per le istruttorie, maggior controllo e certificazione dei costi, nuove aliquote percentuali e scaglioni relativamente ai contributi sugli incassi e un plafond predefinito annualmente (come per i contributi in conto capitale esercizio) sono al vaglio, in attesa di trovare soluzioni durature al problema.
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