“Ho sempre avuto un contatto diretto con la gente. L’unico sport che pratico è passeggiare per le strade di Madrid, dove in tanti mi fermano per raccontarmi le loro impressioni sui miei film, e negli ultimi tempi la frase ricorrente era: Quando girerai una nuova commedia?”. Sono le parole con le quali Pedro Almodóvar – a Roma insieme agli attori Blanca Suárez, Carlos Areces e Miguel Ángel Silvestre – ha aperto la conferenza stampa di presentazione del suo ultimo film Gli amanti passeggeri (nelle sale dal 21 marzo), rispondendo in primo luogo alla curiosità suscitata da quello che , sotto molti aspetti, rappresenta per lui un ritorno alle origini. Ambientato interamente a bordo di un aereo di linea costretto da un’avaria al motore a girare in tondo in attesa di un atterraggio di fortuna, il film intreccia le vicende sentimental-sessuali dei passeggeri e dell’equipaggio del velivolo riprendendo lo humour irriverente, la vena satirica e i tocchi mélo propri delle prime pellicole del regista. “Avevo un grande desiderio di accontentare il mio pubblico ma anche di tornare ai toni dei miei film degli anni ’80. Gli amanti passeggeri è per me una sorta di tributo a quel decennio che è stato fondamentale per la Spagna perché ha rappresentato una vera esplosione di libertà. La situazione attuale del mio Paese è forse la peggiore dai tempi della democrazia, e ho voluto mostrare l’amore e il sesso come una reazione catartica a questo stato di crisi e al tempo stesso come una metafora della Spagna di oggi, un viaggio senza destinazione e in condizioni di pericolo. Certo il film è una commedia e l’atterraggio va a buon fine, nella realtà invece non sappiamo in quale pista atterreremo né chi piloterà il volo”. E tra digressioni sul proprio cinema e il rapporto con gli attori, non poteva mancare un commento sul Papa da poco eletto: “Diamogli il tempo di fare qualcosa – ha dichiarato Almodóvar – prima di criticarlo. Intanto, però, qualche consiglio da dargli ce l’avrei…”.