Il cielo sopra Cannes (e il Vaticano)

“Il problema dei registi, degli attori è: come portare uno sguardo nelle profondità dell’umano? Laddove l’umano è profondo, le pieghe hanno luci e ombre, e la responsabilità del regista è fornire una prospettiva che nonostante il male nel cuore inquadri la vittoria del bene”. Parole di monsignor Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, che è a Cannes con il regista Wim Wenders, ospiti d’onore della quarte edizione del Festival Sacré de la Beauté, dedicato al cinema e la spiritualità e, quest’anno in particolare, al profumo.


“Il cinema, gli uomini e le donne del cinema hanno bisogno di un patrono, e credo questo patrono siano gli angeli: sono fatti di luce e movimento come il cinema, e fanno la spola tra il cuore dell’uomo e l’occhio di Dio”. Ma il prefetto non parla “del cascame tradizionale degli angeli, bensì di quelli di dante e Rilke, di quelli di Wim Wenders ne Il cielo sopra Berlino”.

Risponde il regista tedesco, “il cinema parla di politica, relazioni sociali, emozioni, parla di tutto, ma deve trovare le immagini e vedere che c’è dietro: questa è la funzione del cinema, vedere ciò che c’è dietro, non fermarsi davanti alla bella superficie delle immagini”. Definendosi “ecumenico, ovvero cattolico e protestante insieme”, Wenders ritorna sugli angeli, suoi e di Viganò: “Gli angeli non sono solo cinema, ma vita, bellezza e amicizia”.

Dopo Berlino, avranno presto una nuova, perfetta location: il Vaticano. Da “una buona idea di don Dario”, Wenders realizzerà il documentario Pope Francis – A MAN OF HIS WORD, con protagonista Papa Francesco. Scritto e diretto da Wenders (tre volte candidato all’Oscar per Buena Vista Social Club, Pina e Il sale della terra), è la seconda coproduzione realizzata dal Vaticano con compagnie cinematografiche esterne, nonché la prima volta in assoluto in cui un Papa si rivolge direttamente agli spettatori, affrontando argomenti come l’ecologia, l’immigrazione, il consumismo e la giustizia sociale.

“Non una biografia sul Papa, quanto piuttosto un film con il Papa”, dice Viganò, quello che il 13 marzo 2013, è diventato il 266° Pontefice della Chiesa Cattolica, il Jorge Maria Bergoglio, risponderà alle domande che gli vengono poste da ogni parte del mondo. Immagini esclusive provenienti dagli archivi vaticani lo mostreranno durante i suoi viaggi, intento a condividere idee e ideali.

Viganò ricorda come “abbiamo voluto avere il maestro tedesco a segnare l’apertura del Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco. E così è nata dal Centro televisivo vaticano la proposta di un film che raccontasse il dialogo tra Bergoglio e il mondo contemporaneo. Un’esperienza cinematografica intensa, una testimonianza raccolta attraverso la macchina da presa che diviene, come lo fu per Leone XIII, un ponte, un abbraccio con gli uomini e le donne di ogni fede, cultura, appartenenza sociale o politica”. “Papa Francesco è l’esempio vivente di un uomo che si batte per ciò che dice”, gli fa eco Wenders. “Nel nostro film, egli si rivolge direttamente allo spettatore, in modo sincero e spontaneo”.

Pope Francis – A MAN OF HIS WORD è prodotto da Wim Wenders con Samanta Gandolfi Branca, Alessandro Lo Monaco (L’esercito più piccolo del mondo), Andrea Gambetta e David Rosier (Il Sale della terra). Il film è una coproduzione realizzata da Célestes Images, Centro Televisivo Vaticano, Solares Fondazione delle Arti, PTS Art’s Factory, Neue Road Movies, Fondazione Solares Suisse, Decia Films. Focus Features lo ha acquistato per la distribuzione nelle sale: attualmente in realizzazione, uscirà il prossimo anno.

Federico Pontiggia