Olivier Assayas è venuto a Roma per accompagnare il lancio di Personal shopper, il suo film più recente dal 13 aprile in sala, già in concorso al Festival di Cannes 2016, dove ha vinto il premio per la migliore regia. Dal 1986 (primo film Il disordine), Assayas ha all’attivo una decina di titoli variamente ispirati quanto a tematiche e scelte realizzative. In un pugno di anni tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo, ha realizzato alcuni documentari nei quali ha toccato il prediletto cinema di ‘genere’.
Qui la particolarità è che anche Sils Maria, suo precedente film (2014), aveva come protagonista Kistren Stewart (li chiamata confrontarsi con Juliette Binoche). Sul fatto di aver di nuovo utilizzato un’attrice americana, diventata diva dopo il successo di Twilight, Assayas dice: “Ho capito che potevo fare con Kristen quello che non avrei potuto con altre attrici, spingerla a mettersi allo specchio in un gioco di incoscienza e di mistero”.
La storia ha un taglio sfuggente e tagliente, he segue la protagonista Maureen, che ha il dono di comunicare con gli spiriti. Su questa scelta tematica, che non implica scelte religiose ma atteggiamenti spirituali di forte concretezza, Assayas precisa: “Ho scelto di creare un quadro astratto con colori e linee conseguenti; un cinema di genere che creasse empatia con lo spettatore portato ad identificarsi con Maureen”. E prosegue: “Ho voluto mettere insieme l’aldilà con un presente un po’ avveniristico. E’ vero, il film affronta qualche passaggio da film horror, ma è il genere che diventa protagonista con accenni di ambivalenza”.
Riguardo alle citazioni, “provo a non essere influenzato dal cinema. Ma in passato ho visto e apprezzato molto il cinema di Carpenter, Craven e anche di Dario Argento. Tuttavia devo dire che Personal Shopper è un film molto semplice, nel senso della linearità della svolgimento”. Per il futuro, Assayas conferma di aver scritto un copione, Based on a true story, insieme a Roman Polanski, regista che ammira molto, e di essere al lavoro su altri progetti, quali l’appena annunciato Wasp Network, sulle spie cubane a Miami negli anni Novanta.
Massimo Giraldi