Una donna bussa alla porta per il censimento della popolazione di Tehan e trova due giovani raggianti, intenti a ultimare le valigie prima della partenza per l’Australia, per iniziare una nuova vita insieme. Da quel momento il loro futuro così proiettato altrove riceve una sorta di battuta d’arresto perchè una donna, pochi istati dopo, gli consegna un neonato da accudire. Solo a distanza di ore i due si accorgeranno che il bimbo non sta dormendo. Ad inaugurare fuori concorso la Settimana della Critica alla 71esima Mostra internazionale del cinema di Venezia Melbourne, opera prima di Nima Javidi, classe 1980. Il giovane autore per sviluppare un dramma ricco di tensione ha potuto contare sulla straordinaria interpretazione di Payman Maadi, già protagonista del film premio Oscar Una separazione del connazionale Asghar Farhadi. In un ambiente claustrofobico (il film è girato interamente in un appartamento che viene gradualmente sgombrato perchè Amir e Sara sono in partenza), il mondo esterno irrompe attraverso una chat su skype, il cellulare, il campanello della porta. Un fuori così presente e allo stesso tempo assente e incapace di aiturarli quando accade l’imprevisto, quando il senso di colpa avrà la meglio (ottima metafora anche della situazione politica iraniana). I campi medi che caratterizzano circa 80% della pellicola sono protesi ogni volta a raccontare ciò che provano i due ragazzi all’interno del quadro e allo stesso tempo il fuori, tutto il dolore che rappresenta il pargoletto abbandonato sul loro letto nuziale. Un film che suggerisce molti temi soprattutto grazie al finale lasciato volutamente aperto. Il romanzo Bambini nel tempo di McEwan raccontava la reazione di una coppia incapace di superare un dolore e un senso di colpa condiviso. L’ultimo fotogramma del film di Javidi lascia aperta la possibilità che il conoscere la vera natura del proprio patner spinga i due protagonisti ad altro destino.
L’opera verrà distribuita per l’Italia da Microcinema.
giovanna barreca