“Quattro variazioni sul tema della mancanza” riportano le note di regia che cercano di dare una definizione a The lack: un film, un genere di cinema percettivo e non narrativo. Un cinema che arriva agli spettatori con suoni, immagini e meno con l’uso forzato della parola per creare interazione con lo spettatore. L’opera – presentata alle Giornate degli autori alla 71esima Mostra del cinema di Venezia – è alla ricerca di una struttura molto più vicina a quella dei pionieri della settimana arte che al cinema del ventenesimo secolo. In una natura che ha sembianze e forme diverse per ogni donna che lo abita, inizia l’indagine tematica: Eve e l’abbandono, Xiù e il suo percorso onirico. E poi il viaggio interiore di Sarah e quello di due donne che si rapportano con il tema del distacco. Dall’interno di un appartamento, alla distesa sinuosa di un lago, ad un territorio disabitato e lunare tra suoni disturbanti o silenzi solidi come le pareti di un appartamento, non si esaurisce o dimentica mai il rapporto con il reale, con una percezione pura con la materia.
E ogni oggetto, ogni elemento del paesaggio sembra captare il fluido delle potenza femminile che lo attraversa senza esaurirsi ma alimentandosi. I primi piani sui volti completano il quadro che rende la percezione totalizzante.
In quest’occasione, più che in altre, vanno sottolineati gli autori che hanno collaborato alla creazione dell’opera collettiva (qual è per definizione il cinema): fotografia di Giuseppe Domingo Romano e di Gherardo Gossi, montaggio del suono di Benni Atria e musiche originali di Vittorio Cosma e Gianni Maroccolo.
Alla Mostra, oltre alle protagoniste Lea Mornar, Xin Wang, Giorgia Sinicorgni, Ginevra Bulgari, Emanuela Villagrossi e Cinzia Brugnola sono arrivati lo scrittore Michel Houellebecq con il quale i Masbedo avevano lavorato per 11.22.03 e Il mondo non è un panorama, Samuele Bersani e Alessandro Bergonzoni.
giovanna barreca