“Quando eravamo in Germania mangiavamo in un piatto solo ma ci volevamo un sacco di bene. Forza e coraggio” afferma l’anziano nonno della protagonista Karole (Linda Caridi) nelle campagne molisane, parlando del suo amore. E lo fa perchè – pur appartenendo ad un altro secolo – comprende il desiderio di felicità della nipote e con quel piccolo ricordo vuole incoraggiarla a credere in quel sentimento, nonostante tutto. Karole di Tommaso, regista di Mamma+Mamma in Alice nella città, alla Festa del cinema di Roma aggiunge: “Se l’uomo non è libero da se stesso non potrà mai essere felice e quindi ho portato tutti i miei personaggi all’accettazione di questa libertà. Il mio film è un invito ad essere se stessi e felici”.
E la felicità c’è nell’opera prima di Di Tommaso. Ali (Maria Roveran) e Karole desiderano un figlio ma devono andare in un altro paese della Comunità europea per poterlo fare, con costi, tensioni e frustrazioni che non tutti sono in grado di affrontare, non solo economicamente. Per pagare i viaggi a Barcellona e le spese mediche arrivano anche a trasformare il loro appartamento in un B&B frequentato da improbabili turisti fino all’arrivo di un aiuto familiare. A complicare il tutto – anche se nel film origina situazioni comiche e, a tratti, surreali – la convivenza con l’ingombrante Andrea (Andrea Tagliaferri), ex-fidanzato di Ali.
La positività dei personaggi, il loro apparire sempre due giovani e tenaci guerriere è reso stilisticamente anche dall’uso di una luce calda che inonda i loro volti e i luoghi che attraversano, complice l’estate scelta come stagione perfetta per raccontare qualcosa di positivo, anche se le protagoniste si muovono in un contesto ostile. E spesso per contrastarlo Karole si rifugia nel sogno, nel suo personale spazio del desiderio.
Ulteriore chiave stilistica vincente è stata la fusione tra cinema documentario e finzione: la storia è reale, è stata vissuta dalla regista in prima persona e alcuni interpreti interpretano se stessi dietro la macchina da presa. Tutto questo regala alla finzione filmica parti di realtà-verità, unendo – come nella vita – cambi di stato d’animo repentini delle protagoniste, con il tratto di piacevole follia che caratterizza Karole.
La narrazione è accompagnata da musiche originali perchè, come precisa la regista: “Volevo che tutte le parti del racconto fossero autentiche, che tutti costruissimo un’atmosfera magica”.
In conclusioni sono splendide le parole che la regista regala ai nostri microfoni parlando della presentazione del film in Alice nella città: “Sono felicissima di essere in questa sezione perchè mi ero ripromessa che avrei raccontato questa storia ai bambini, per spiegare loro che esiste anche un mondo diverso. Perchè quando ero piccola io in Molise e mi sedevo sui gradini ad assaporare la noia mi chiedevo come avrei fatto a non avere paura. Vorrei parlare soprattutto a loro e ai loro genitori per educarli alla diversità che è bellezza”.
Il film è prodotto da BiBi film, Angelo e Matilde Barbagallo con Rai cinema.
giovanna barreca