“I bambini imitano tutti i difetti e tic degli adulti che ne rimangono spiazzati. Il bambino è lo specchio e qualsiasi dichiarazione di un politico, riportata da un bimbo, risulta ancora più forte” afferma Pierfrancesco Diliberto, “Pif” alla presentazione romana del suo primo film come regista: La mafia uccide solo d’estate, in concorso al Torino Film Festival e in sala dal 28 novembre in 200 copie (anche se la 01 Distribuzione dichiara di stare già lavorando per aumentarle).
Puntare sulla storia narrata attraverso gli occhi, la voce e le vicende vissute da un bambino che cresce a Palermo (come è capitato anche a Pif) è un meccanismo vincente per coinvolgere empaticamente lo spettatore e, in chiave ironica, documentare vent’anni di storia del nostro Paese, dal ’70 agli anni ’90.
Arturo, che viene concepito nella notte della strage di Viale Lazio nel 1969, conosce il giudice Chinnici, intervista Dalla Chiesa chiedendogli cosa ci fa a Palermo se Andreotti sosteneva che la criminalità organizzata fosse solo in Calabria e Campania. Arturo bambino è interpretato da Alex Bisconti e da adulto dallo stesso Pif, affiancato da Cristina Capotondi, Flora,compagna di scuola amata segretamente per anni.
Per tutto il lungometraggio i personaggi di Arturo e di Flora sono immersi nelle immagini documentaristiche dell’epoca (materiale Teche Rai), combinate con nuovi fotogrammi girati in beta con telecamera del 1992, recuperata a Torino. In conferenza stampa, con orgoglio, è stato ribadito che per girare il film a Palermo non è stato pagato il pizzo, grazia anche all’aiuto dell’associazione “Addio Pizzo”. E già questa è una bella vittoria. L’opera è dedicata agli agenti di scorta.