Un punto di vista diverso. Conosciamo le favole raccontate da genitori pronti ad affabulare i loro piccoli. Conosciamo la Genesi e la storia di Abramo, raccontata dalla parte del padre che viene chiamato ad esaltare l’amore sovrano di Dio col sacrificio (Genesi 22:2). Federico Tacchella crea un vibrante corto in grado di unire alla perfezione animazione e fiction, storia sacra e favola. Isacco è un avventuroso viaggio (anche se stiamo col personaggio in un parco giochi) che ci porta nella storia di Abramo privilegiando il punto di vista di Isacco, in questo caso bimbo che mette in scena il sacrificio con pupazzi in plastilina che si muovono su montagne fatte di sabbia. Insieme ad isacco tanti astanti, tanti signori intenti a leggere il giornale o lavorare a maglia sulle panchine che però vengono letteralmente travolti dalla fantasia del piccolo. Non solo metaforicamente.
Un lavoro scritto con tempi perfetti tanto da aggiudicari al Cortinametraggio non solo il premio più ambito come Miglior Cortocommedy 2014 ma quello per la miglior sceneggiatura. E per l’architettura, per come predispone e programma i percorsi dello sguardo, se esistesse, probabilmente si sarebbe aggiudicato anche il premio per la miglior regia.
Si passa, in un gioco continuo di rimandi, dal concreto all’astratto, dagli occhi profondi e dalla voce pastosa e appassionata del bimbo, ai suoi pupazzi con bocche anche urlanti, agli osservatori della storia coinvolti piano piano. Dall’ innocenza dello sguardo di un bimbo, al brano che più di tutti racconta l’amore degli uomini verso Dio.Tocchella coglie i riferimenti universali per poi tornare al reale sfruttando tutte le dinamiche cinematografiche: trasfigurazione e metafora in un cortometraggio che affascina e stupise e cresce scena dopo scena.
GIOVANNA BARRECA