In conferenza stampa e durante la nostra intervista torna nelle parole di Mark Osborne la parola “rispetto”. Per il regista de Il piccolo principe, presentato al Festival di Cannes, in anteprima nazionale alla Festa del cinema di Roma e in sala dal primo gennaio 2016, era fondamentale non snaturare il libro di Saint-Exupery, amato da tanti, capace di regalare chiavi di lettura nuove a lettori di tutte le età. Per affrontare anche le alte aspettative, il regista americano di Kung Fu Panda ha scelto di dare un’impronta lirica al film, ispirandosi ad un grande maestro come Hayao Miyazaki (“soprattutto Il mio vicino Totoro“). Ha pensato al libro come ad un qualcosa da esplorare e proteggere al tempo stesso e per farlo ha scelto il punto di vista di una bambina che cambia casa con la mamma e si ritrova come vicino un arzillo vecchietto che la tragetta nel mondo del Piccolo principe.
La scommessa già in fase di scrittura era quella di coinvolgere nella visione diversi generi di pubblico (come sa fare il maestro nipponico): “prendendo i confini del libro e creando confini più grandi all’interno dei quali far muovere i personaggi” precisa Osborne.
Nell’intervista ci svela molto altro sulle musiche del film e sulla tecnica.
Nella versione in sala l’opera sarà doppiata da Toni Servillo, Stefano Accordi, Paola Cortellesi, Pif, Alessandro Gassmann e Micaela Ramazzotti.
giovanna barreca