Tre film di metraggio diverso per sensibilizzare il pubblico sulla questione socio-antropologica di Scampia, uno dei quartieri più disagiati della sfera partenopea. E’ il progetto che sbarca al Festival di Roma sotto l’ala protettiva dei produttori Gaetano Di Vaio (per Figli del Bronx) e Gianluca Curti (per Minerva Pictures). E’ lo stesso Di Vaio a dirigere una delle tre opere, l’interessante Interdizione perpetua, mediometraggio-documentario centrato sulla figura del ferraiolo, ovvero di coloro che fino a qualche anno fa battevano la città in cerca di residui, vecchi elettrodomestici o suppellettili di metallo da riciclare poi fuori città. Una figura importante nel panorama sociale di Napoli (e non solo), che a seguito di una nuova legge statale è stata addirittura messa al bando, a rischio d’arresto e condanna penale. Di Vaio va a ricercare vari ferraioli, che uno dopo l’altro raccontano cosa è stato delle loro vite e che soprattutto sottolineano la tragica contraddizione tra il ferraiolo criminalizzato e la municipalità che non raccoglie l’immondizia.
Michelangelo Severgnini confeziona a sua volta un mediometraggio-documentario, L’uomo con il megafono, sulla figura di Vittorio Passeggio, vetero-comunista del quartiere di Scampia rimasto più o meno solo a condurre battaglie civili per il proprio quartiere. Dal fatiscente stato di abbandono delle “Vele” all’abbattimento delle barriere architettoniche, Passeggio è narrato in uno scorcio temporale della sua vita, seguito anche nel suo tentativo di sensibilizzare l’allora candidato sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Infine, un cortometraggio-fiction, Ciro, realizzato da Sergio Panariello e in concorso per Prospettive Italia. La vicenda edificante ed esemplare di un bambino corriere di droga che sul finale forse compierà una scelta diversa. Pieni onori perciò a Gaetano Di Vaio per il suo costante impegno in favore di un cinema che sia espressione e strumento sociale.