Furto di santi con imprevisti nel nuovo film di Alemà

Cosimo Alemà presenta fuori concorso al festival di Roma La santa, noir sui generis in cui 4 scalcinati cercano di rubare una preziosa statua da un paesino.
Intervista a Lidia Vitale a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Marianna di Martino a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Cosimo Alemà a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Michael Schermi a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Francesco Siciliano a cura di Emanuele Rauco

Ecco cosa succede a scherzare con i santi, si finisce braccati in un paesino spettrale. E’ un po’ l’assunto di La santa, secondo lungometraggio di Cosimo Alemà, esperto regista pubblicitario e di videoclip, che torna a praticare la strada del cinema di genere, del noir sui generis in questo caso: protagonisti sono 4 sventurati che decidono di rubare la statua della santa protettrice di un paesino del sud. Quello che non avevano messo in conto è che gli abitanti sono disposti a tutto pur di proteggere la propria patrona.
Grottesco e drammatico allo stesso tempo, La santa crea un pot-pourri di generi e suggestioni, dal noir classico al dramma rurale, dal thriller alla vena surreale nel descrivere l’ancestrale cultura del Sud e lo fa ambientando il paesino immaginario di Nebula a Specchia, in provincia di Lecce, tra ulivi, rocce e terre bruciate che ricordano Non si sevizia un paperino di Fulci, uno dei non pochi riferimenti visivi di Alemà che mescola tutto con un impatto da cinema indipendente e un nervoso stile contemporaneo, utilizzando facce dure e convincenti perfette per il genere: dalla folgorante Marianna di Martino, presto assieme a Pieraccioni, alla seducente Lidia Vitale, da Michael Schermi a Gianluca di Gennaro fino a Francesco Siciliano, anche produttore di un film nato come web movie e che sta per fare il grande salto sul grande schermo, almeno per il tempo del festival di Roma.

EMANUELE RAUCO