Breviario personale e pubblico

Massimo Zamboni, chitarrista e co-fondatore dei CSI rielabora un passato musicale dalla forte matrice politica iniziando un nuovo progetto e facendo i conti con la storia del nonno durante la Seconda guerra mondiale. Nasce così "Il nemico, un breviario partigiano" regia di Federico Spinetti, al cinema dal 18 aprile per Lab80.
Intervista a Federico Spinetti a cura di Giovanna Barreca

gualtieri01Un teatro restaurato (teatro Gualtieri) che è lo scenario/personaggio intorno al quale Massimo Zamboni incontra nuovamente alcuni membri del gruppo CSI e con una nuova voce solista, dà vita ad un nuovo progetto musicale a quindici anni dallo scioglimento della storia band che su testi dal forte taglio politico e sociale ha fondato la sua storia. Un teatro e la telecamera di Federico Spinetti che segue passo passo le tappe di questo nuovo riavvicinamento e il percorso di Massimo anche tra la sua famiglia, le strade della sua città, i casali delle sue colline dove venne combattuta la guerra di Resistenza. E una scoperta inaspettata sul nonno e una storia non conosciuta e con la quale fare i conti perchè così distante da un vissuto fatto di lotta dall’altra parte della barricata. Senza svelare troppo è questo che racchiude l’intenso lavoro di pedinamento realizzato da Federico Spinetti che ne Il nemico – un breviario partigiano. L’auore è complice della ricerca, dell’elaborazione che cerca di coniugare anche le melodie dissonanti di una percorso con tappe dolorose; un racconto/diario intimo che sa uscire dalla dimensione personale per diventare anche storia collettiva ancora così difficile da affrontare.
In sala dal 18 aprile per Lab80 (www.lab80.it per conoscere tutte le sale), il documentario nasce dopo la scrittura de “L’eco di uno sparo” di Massimo Zamboni, edito da Einaudi e grazie al lungo lavoro che Spinetti ha intrapreso sulla memoria resistenziale e antifascista nella musica contemporanea in Italia.

giovanna barreca