La soggettiva di uno skate che attraversa le vie di Roma, poi il suo suono sull’asfalto e per ultimo i volti di tanti giovani felici di impadronirsi del centro della città, di divertirsi alle porte del Colosseo ammirati e filmati, come capita al protagonista, da una giovane fanciulla che lo osserva. L’inizio di Slam – Tutto per una ragazza, terzo lungometraggio di Andrea Molaioli – presentato al Torino Film Festival e in sala dal 24 marzo 2017 – è diretto, veloce, divertente e aiuta lo spettatore a immergersi in una storia incentrata sullo skate, passione del protagonista Samuele e metafora del modo di affrontare le difficoltà. Come afferma Ludovico Tersigni che interpreta Samuele: “Andare sullo skate vuol dire cadere sull’asfalto che fa male e faticare per raggiungere un obiettivo e non abbattersi se non lo si raggiunge subito”. E il sedicenne che ha come guro di riferimento il campione Tony Hawk (che al film regala un cameo e la voce), dopo essersi innamorato di Alice (Barbara Ramella), troppo bella anche solo per vederlo, prima scappa perchè da un rapporto a due si sente soffocato e poi torna con la ragazza per affrontare una gravidanza inaspettata, come quella che 16 anni prima anche la sua mamma (Jasmine Trinca) e il suo babbo (Luca Marinetti), anch’essi giovani adolescenti, avevano vissuto per darlo alla vita.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Nick Hornby e, come spiega il regista, l’intento era quello di lavorare sull’adolescenza, non traviata da difficoltà sociali ma da una sorta di entusiasmo e angoscia nei confronti del futuro, senza banalizzare. “Mi interessavano ragazzi che stanno cercando una risposta non avvilita e che decidono di prendere in mano il loro presente e il loro futuro”. E a tale scopo, Molaioli prima di tutto ha ricercano due volti con buone capacità attoriali ma soprattutto “con tanta sostanza umana, dentro la quale lavorare perchè le interpretazioni arricchissero i personaggi”.
Nella nostra intervista Jasmine Trinca ci racconta quanto fosse importante raccontare genitori che non hanno paura di sbagliare e farsi vedere fragili perchè ritiene fondamentale trasmettere un’idea di umanità ai propri figli.
E poi dedica due battute al suo ruolo di madrina del Torino Film Festival e al suo rapporto con David Bowie, omaggiato anche nella serata di apertura grazie al suo abito e alle sue parole su Labyrinth di Jim Henson.
giovanna barreca