Rotterdam Film Festival

25/01/12 - Dal 25 gennaio al 5 febbraio, la 41/a edizione della kermesse tra le più importanti sul cinema indipendente. Dall'installazione di Gondry a Manuli.

L’edizione del quarantennio del Festival di Rotterdam ci aveva regalato un viaggio intorno al mondo di ottimo livello soprattutto per la qualità narrativa delle storie: da una nuova e ironica parabola dell’indiano Murali Nair, con protagonisti un uomo e la sua capra mai gravida (Virgin Goat), al nuovo di Tan Chui Mui con la sua storia minimalista e ipnotica di Azam (Year Without Summer), passando per The stoker di Aleksei Balabanov che ci portò nell’intensa vicenda di uno scrittore ex-soldato tra storie e cadaveri bruciati nella Pietroburgo degli anni ’90, fino alla fondamentale sezione Spectrum (una delle sezioni più sperimentali) dove l’egiziano El Batout con Hawi ci guidò in una non storia (anzi 3) in un’Alessandria sempre più cosmopolita.

Nella 41esima edizione dell’International Film Festival di Rotterdam – in programma dal 25 gennaio al 5 febbraio – le sorprese e le attese per grandi registi come per nuovi sperimentatori continuano a misurare il peso e il prestigio di un festival cresciuto nel tempo nella sua proposta di ‘film indipendenti, innovazioni, sperimentazioni e arti visive’ (come da manifesto) offerte in un’atmosfera giovane e informale. Curiosità per Michel Gondry che si propone con un’installazione interattiva e grande interesse per la selezione delle pellicole in concorso nella “Tiger awards competition” che prevede un premio di 15000 euro ed è riservata come al solito ad autori emergenti (al primo o al secondo film): 15 opere provenienti da tutte le latitudini per offrire storie dove potrà risultare evidente la scarsità dei mezzi tecnici a disposizione, visti spesso i budget esigui (Living di Vasily Sigarev, L di Babis Makridis, Clip di Maja Milos), ma nelle quali il taglio stilistico innovativo e la freschezza della narrazioni, crediamo, permetteranno a diversi autori di imporsi come l’anno passato. Sulla carta sembrano interesanti soprattutto: Egg and Stone di Huang Ji, It looks pretty from a distance di Anka e Wilhelm Sasnal .
Il direttore Rutger Wolfson punta ancora su originalità e ottima qualità con film inediti (16 le anteprime mondiali), a partire dal nuovo film di James Franco “l’umoristico psycho-thriller” Francophrenia (titolo alternativo, Don’t kill me, I know where the baby is) co-diretto da Franco insieme a Ian Olds. Ma non va dimenticato che Rotterdam è anche un prestigiosissimo mercato dove quest’anno 36 progetti (nessuno italiano) saranno presentati a circa 900 potenziali produttori. Anche qui autori già notati come Quentin Dupieu e sconosciuti come Henry Coombes, alla sua opera prima con Little dog boy. In prima visione per l’Olanda opere presentate a Cannes e Venezia come Cime tempestose di Andrea Arnold e Playdi Ruben Ostlund e uno spazio lasciato ad autori formatisi in parte in Olanda e poi affermatasi a livello internazionale come Heddy Honingman (nata in Perù) che presenterà in anteprima il suo nuovo docufilm, And Then One Day .

Per l’Italia l’attesa maggiore è per La leggenda di Kaspar Hauser, l’introspettivo viaggio nella Sardegna di Davide Manuli dove, mescolando i linguaggi, tra cinema e teatro con attori come Vincent Gallo e Silvia Calderoli, premio Ubu, Claudia Gerini e Fabrizio Gifuni. Produzione indipendente a cura di Intramovies. Il film è inserito nella prestigiosa sezione Spectrum, con opere note come: Le Havre di Aki Kaurismaki, A Dangerous Method di David Cronenberg , Alpis di Yorgos Lanthimos, The descendants di Alexander Payne e The Loneliest Planet di Julia Loktev (in anteprima al Trieste film festial la settimana scorsa) e grandi attese come i nuovi lavori di Isaki Lacuesta, Grant Gee, Mohammad Rasoulof e Albert Serra. Inoltre il 28 gennaio, Cristina Capelli presenterà Joule realizzato con la Zapruderfilmmakersgroup, un’organizzazione “anti-commerciale emiliana” (secondo la sua auto-definizione(, che da anni produce film indipendenti e studia e porta avanti sperimentazioni sulla stereoscopia. Del corto (24 minuti) della Capelli si sa per ora solo ciò che recita la sinossi: “Joule (J) è l’unità di misura del valore energetico, del lavoro comune a tutti gli organismi viventi per produrre calore. Il paradosso dell’utile è l’atto che si consuma, senza limite. Dispendio, pura perdita. Forma di culto, preghiera”. Sul sito del festival (http://www.filmfestivalrotterdam.com), oltre all’intero programma degli eventi distribuito tra le ben 24 sale della kermesse e a informazioni esaurienti su tutti i film, si possono visionare anche dei brevi estratti di ciascun opera in programmazione.

GIOVANNA BARRECA

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