“Colpa di comunismo” se siamo state costrette a lasciare la Romania. Il titolo del nuovo film di Elisabetta Sgarbi, presentato in concorso al Torino Film Festival trae spunto da una frase pronunciata da una delle protagoniste, in Italia come badante per mantenere tutta la famiglia in un paese dell’ex blocco sovietico che sta affrontando, con molta fatica, la sua rinascita.
Anna, Elena e Micaela hanno età e situazioni familiari in patria diverse ma si ritrovano insieme a cercare lavoro in provincia di Ferrara, dopo che le persone che accudivano sono morte. Ormai in Italia le badanti soprattutto rumene sono una componente essenziale del circuito di assistenza e aiuto agli anziani italiani. Elisabetta Sgarbi si avvicina a questo mondo per la madre Rina (alla quale dedica il film) che su tali figure ha contato per anni. Sgarbi le segue tra i riti in chiesa, i pellegrinaggi tra agenzie di collocamento, in casa mentre, davanti ad un cafè, si raccontano la vita o prima di andare a dormire scherzano sull’amore.
Elisabetta Sgarbi, lavorando sempre con Elio Bisignani e Andrés Arce Maldonado alla fotografia e con Franco Battiato alle musiche, realizza un nuovo ritratto dallo stile classico, come i suoi precedenti, soffermandosi anche qui sui volti e le storie di donne che questa volta non appartengono ad una comunità ma la ricercano. Donne divise tra riti legati alla loro tradizione e una possibile integrazione con gli italiani.
giovanna barreca