Ritrovarsi uno straordinario materiale filmico in carne ed ossa in casa, pronto per essere utilizzato.
Dalla prima inquadratura e dalle prime battute tra Mario Balsamo e sua madre, questo patrimonio fatto di un linguaggio spesso piccato, di un’ironia sottile è evidente e in anni di convivenza, spesso di scontro e di sopportazione tale aspetto non può essere sfuggito al regista Mario Balsamo che intorno a questo crea Mia madre fa l’attrice, in concorso al Torino film festival e in sala in primavera per Bim.
Ci sono immagini girate circa vent’anni fa quando però il tentativo di iniziare questo film naufragò perchè non era il momento giusto. Oggi che Silvana Stefanini ha 85 anni, il figlio rimette mano al progetto e partendo dal terreno che li accomuna e che più amano, vale a dire il cinema, iniziano a ritrovare un dialogo. Mario regala alla madre per il compleanno la locandina di Barriera della legge di Piero Costa (1954) con Rossano Brazzi dove l’allora giovanissima donna recitò, dopo tanti film come semplice comparsa. Ma Silvana il film non riuscì mai a vederlo. Mario cerca prima di indagare su questa sorta di primo mistero e poi va a cercare il lungometraggio dove, per una ripicca di un produttore respinto, non compare il suo nome nei titoli di coda. Dal dvd introvabile e dal viaggio alla ricerca dei luoghi dell’infanzia della donna con il ritorno a Pieve di Teco, inizia il gioco tra realà, finzione filmica e soprattutto “sullo scontro tra questi due piani” che è la cifra stilistica dell’opera.
Mia madre fa l’attrice contiene tutti gli elementi del cinema di Balsamo ma rispetto a Noi non siamo James Bond ha un taglio malinconico meno marcato lasciando che l’ironia prenda il sopravvento e regali momenti davvero molto esilaranti e a tratti profondamente amari nei quali lo spettatore riuscirà facilmente a trovare una vicinanza.
“Mi ricorderò di questi giorni anche se era tutta una finzione” afferma Silvana Stefanini protagonista perfetta del gioco tra vero e falso, tra cinema e vita reale.
giovanna barreca