“Io sono pro donne e questa vicenda al cinema non era mai stata raccontata” afferma Valerio de Paolis di Cinema quando confessa perchè ha scelto questa storia (distribuita da Bim da marzo 2016) che, parlando delle vicende quotidiane di una giovane madre e operaia londinese Maud (Carey Milligan) – entrata quasi per caso nel movimento delle suffragette -, ci porta a scoprire le diverse anime della protesta che portò le donne ad ottenere nel 1928 il diritto di voto in Inghilterra. Suffragio che ancora oggi, come sottolineano i titoli di coda del film, non è concesso a tutte le diciottenni nel mondo. Solo dall’inizio del 2015 è un diritto in Arabia Saudita dove però le donne possono esercitarlo solo se accompagnate al seggio dal marito (o dal padre).
Una strada lunga e tortuosa ieri come oggi dove le donne che decidono di schierarsi in prima linea rischiano di perdere tutto: lavoro, figli, casa. Suffragette di Sarah Gavron mette in luce come si tratto di movimento nato dal basso (per questo si parte dall’operaia e la leader Emmeline Pankhurst è raccontata con un piccolo cameo da Meryl Streep) e come alcune scelsero di portare avanti la lotta attraverso il linguaggio “maschile” della violenza con attentati, sabotaggi alla linea del telegrafo, altre quella pacifica con sciopero della fame (e violenta nutrizione forzata imposta dalle autorità). E altre ancora scelsero la via più estrema, sacrificando alla causa la vita.
Location per alcune pose anche la Camera dei Comuni londinese a Westminster dove per la prima volta una troupe è entrata per girare un film, per ricordare le udienze dove le donne vennero ascoltate per ore e ore ma mai davvero sentite da chi temeva: “Se ora gli diamo il voto poi vorrranno anche una rappresentanza politica”.
Al Torino Film festival dove il film è stato presentato nella serata di inaugurazione, con la regista anche la produttrice Faye Ward e la sceneggiatrice Abi Morgan (che per la Gavron già scrisse Brick Lane nel 2007), tutte omaggiate con bouquet di fiori di colore verde, bianco e lillà perchè la bandiera del movimento era Green White e Violet, acronimo di Give Women the Vote.
giovanna barreca