Un senzatetto tra le vie di Milano attorniato da molte persone che sembrano non vederlo, passanti indifferenti. Con quest’immagine si apre Let’s go, il nuovo documentario di Antonietta De Lillo, presentato in Diritti&Rovesci al Torino Film Festival. “Abbiamo perso la capacità di guardare, ci sentiamo così minacciati, così soli che non abbiamo la forza di aiutarci a vicenda” rivela la regista parlando di quest’immagine iniziale che ci traghetta nel viaggio verso il sottoproletariato compiuta da Luca Musella: fotografo di successo, dopo una serie di scelte sbagliate, da un universo borghese finisce a vivere in condizioni di povertà.
Il documentario, come ci tiene a sottolineare da subito la regista-amica dell’uomo, non voleva essere il racconto delle disgrazie e delle peripezie vissute da Luca ma soprattutto un modo per – attraverso un racconto scritto dallo stesso protagonista – raccontare: “Come ci si sente in questo momento quando si ha una caduta nella vita”. Una storia personale che diventa collettiva, che tocca tutti perchè tutti possono identificarsi con quel senso di solitudine.
La volontà di rendere visibile ciò che è invisibile è alla base anche delle scelte stilistiche che apprezziamo nel film dove a una macchina da presa che ci mostra un’immagine intera ne seguono – soprattutto quando Luca è nella sua nuova casa – fessure e piccole incursioni. Una scelta formale e di drammaturgia che crea una distinzione tra i diversi piani.
Durante la nostra intervista Antonietta De Lillo definisce l’opera: “Un fim su un combattente gentile che capisce che non deve darla vinta ad un momento di caduta. Luca sa di non dover sentire la rabbia ma deve cercare di camminare, di andare avanti, “Let’s go”.
La fotografia del film è di Giovanni Piperno, la voce del diario di Luca è di Roberto De Francesco. Una produzione indipendente della Marechiaro film.
giovanna barreca