Che il cinema d’animazione non sia più appannaggio esclusivo di un pubblico di infanti lo si sapeva da tempo, e lo aveva poi definitivamente sancito la selezione nei maggiori festival internazionali di prodotti d’autore di grande spessore artistico quando non filosofico. Se è vero poi che il cinema per ragazzi contemporaneo si declina soprattutto in lungometraggi d’animazione in 3D, il disegno animato in due dimensioni sembra rivolgersi sempre più ad un pubblico di estimatori “adulto” e in costante crescita, come dimostra la recente distribuzione da noi dei vecchi film di Miyazaki Il mio vicino Totoro, Porco Rosso e Il castello nel cielo. Meriterebbe senza dubbio l’onore della sala – e sarebbe auspicabile anche su larga scala – Arrugas – Rughe (Rughe) di Ignacio Ferreras, lungometraggio di animazione orgogliosamente in 2D, capace di raccontare senza eccessi larmoyant il dramma della decadenza fisica e mentale di un gruppo di anziani. Presentato a Roma al Festival del cine español, il film di Ferreras ci racconta la storia di Emilio, un ex direttore di banca che ai primi sintomi dell’Alzheimer viene affidato dal figlio alle cure di un ospizio. Nel nuovo ambiente Emilio si troverà a stringere amicizia con il compagno di stanza Miguel, un cinico argentino dalla battuta pronta e con le idee molto chiare sul declino fisico e tutta la sintomatologia molesta che esso porta inevitabilmente – e inesorabilmente – con sé. Tratto dal fumetto di Paco Roca Rughe, edito in Italia da Tunuè, il film ne riproduce l’essenzialità del tratto, viatico perfetto per una storia che evolve con un realismo spiazzante, pur senza rinunciare a momenti di lirico onirismo. D’altronde la condizione in cui vive un malato di Alzheimer è essa stessa sospesa tra sogno e realtà, memoria e coscienza dell’oggi: universi che iniziano a confondersi l’uno con l’altro e che provocano tanto sconcerto nei soggetti sani.
Come nei Peanuts di Schultz, qui tutto è ad altezza di anziano, i giovani e gli adulti “sani” sono relegati a mere comparse mentre i vecchietti troneggiano sul grande schermo: tra la paura di un futuro che non promette nulla di buono e una sana, vitale irriverenza verso il mondo esterno. L’energia dei personaggi è d’altronde il loro argine contro il declino, la loro ribellione e lo sferzante sarcasmo il loro combustibile, asolutamente non inquinante. Potente come un documentario, poetico come un film d’autore, Arrugas – Rughe è un gioiello di elegante scrittura e sapiente animazione, che ha ben meritato i due premi Goya ottenuti in patria, uno nella categoria preposta per l’animazione, l’altro – ancor più significativo – accordatogli per la sceneggiatura non originale. I presupposti ci sono tutti, si resta in fiduciosa attesa di un coraggioso distributore italiano.