“La cultura è il miglior antidoto al disagio sociale, alla criminalità” afferma Alessandro D’Alatri che alla 74esima Mostra del cinema di Venezia alle Giornate degli autori ha presentato il suo cortometraggio La legge del numero unoincentrato su un racconto vincitore del Premio Goliarda Sapienza, scritto da un detenuto.
Un cortometraggio ha come protagonisti tre uomini (intepretati da Marco Palvetti, Andrea Sartoretti, Pietro Bontempo) che incarnano tre diverse personalità che si trovano nella struttura detentiva di Rebibbia per motivi diversi, hanno formazioni diverse e appartengono a classi sociali diverse ma, chiamati ad aspettare il giudice, per qualche ora divideranno lo stesso spazio vitale e saranno costretti a interagire e a condividere gli stessi demoni, la stessa attesa-speranza.
Nella nostra intervista il regista racconta la sua esperienza, le sue scelte di regia all’interno di uno spazio angusto come quello di un carcere che diventa quasi teatrale e soprattutto, con calore, ci rende partecipe della forza di un lavoro capace di cambiato la vita di chi ne ha fatto parte, di chi si è nutrito di cultura.
giovanna barreca