Walk of Fame – Colin Firth
Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana
(Rubrica a cura di Lia Colucci)
Colin Firth nasce il 10 Settembre 1960 a Grayshott, Hampshire, in Inghilterra. I genitori sono insegnanti, i nonni missionari metodisti. E’ ancora adolescente quando comincia ad avvicinarsi al mondo della recitazione iscrivendosi al Drama Centre di Chalk Farm, dove rimane per due anni. Proprio durante una rappresentazione viene notato e invitato a entrare in una compagnia del West End per interpretare Another Country di Julian Mitchell. E una parte del successo arriva proprio con la trasposizione cinematografica del lavoro teatrale, in cui Colin riprende la parte del miglior amico di Rupert Everett. Poi, per tutti gli anni Ottanta è attivo sia sul grande che sul piccolo schermo inglese, ma lo si vede soprattutto a teatro, in qualità di membro attivo della Royale Shakespeare Company. Nel 1989 lo vuole Milos Forman per il suo Valmont (1989), quindi è insieme a Peter O’Toole in Le ali del successo (1990). Successivamente comincia a lavorare anche in America con una certa continuità. Gira infatti Segreti accanto a Michelle Pfeiffer (1997), Skakespeare in love (1998) e La fidanzata ideale conJulie Andrews (2000).
Dopo il film tv con Kenneth Branagh Conspiracy (2001), è ancora accanto a Rupert Everett nella commedia di Oscar Wilde L’importanza di chiamarsi Ernesto (2002). A consolidare la sua fama dal punto di vista commerciale arrivano due film tratti da due best-sellers della serie di Bridget Jones rispettivamente nel 2001 e nel 2004. Nel 2007 è ancora una volta accanto a Everett nel divertente St.Trinian’s, e quindi balla e canta nel 2008 con Meryl Streep in Mamma mia. Nel 2009 partecipa a Un matrimonio all’inglese di Stephan Elliot e interpreta Joe nel drammatico Genova di Winterbottom. Sempre nel 2009 vince a Venezia la Coppa Volpi per la splendida interpretazione drammatica di un professore gay per il film A Single Man di Tom Ford.
Colin Firth è un attore vibrante e straordinario che riesce a passare con la massima facilità dal film tv alla tragedia più impegnata. Malleabile e imprevedibile è quel tipo di attore che ogni paese si augurerebbe di poter ospitare nelle proprie file. Passato per il fanta-horror non proprio eccelso Dorian Gray, il 2010 e il 2011 gli tributano infatti grandi onori con il film Il discorso del re (regia di Tom Hooper), dove interpreta il re balbuziente Giorgio VI d’Inghilterra e che trascina ai Golden Globe e agli Oscar aggiudicandosi in entrambe le manifestazioni il premio come Miglior attore protagonista.