Presentati a Venezia nella sezione Controcampo Italiano ”Sputnik 5” e ”Cosmonauta” di Susanna Nicchiarelli
(Dal nostro inviato Giordano De Luca)
12/09/09 – ”Sputnik 5” è il vero gioiello portato dalla Nicchiarelli alla 66ma Mostra del Cinema di Venezia; la sua discreta malinconia, l`attenzione per il dettaglio, l`assunto commovente (ridare a Cesare quel che è di Cesare: i primi cosmonauti della Storia non sono stati esseri umani, ma una selva di animali e animaletti vari…) e non ultima la bellissima animazione a passo uno. Dopo un`apertura simile ecco ”Cosmonauta”, lungometraggio d`esordio di questa talentuosa autrice di corti e documentari, che parte immediatamente con una sequenza da antologia: una tipica, cinematografica fuga dalla chiesa in abito bianco, con la sposa sostituita però da una bambina che rifiuta la prima comunione dichiarandosi orgogliosamente comunista. Cosa volere di più? Da qui parte una graziosa vicenda di passioni adolescenziali politiche e sentimentali ambientata nell`Italia centrista a cavallo tra la fine dei Cinquanta e l`inizio dei Sessanta, tra sezioni della FCGI, casalinghe sottomesse e ossessioni aereospaziali. Ma basta una manciata di minuti per far precipitare il tutto in quella medietà che affligge tante commedie contemporanee nostrane; anche la bella intuizione di mostrare la corsa allo Spazio (all`epoca appannaggio quasi esclusivo dell`URSS e dei suoi cosmonauti, contrapposti agli astronauti statunitensi) accostandola ai sommovimenti interiori dei protagonisti perde man mano d`incisività e motivazioni, restando come un semplice sfondo tra gli altri, puro elemento descrittivo, contestualizzante.
Resta un simpatico e fiabesco modo di tratteggiare quegli anni come in un film in costume ambientato nel diciannovesimo secolo, quasi che la tesi di fondo fosse quella dell`irragiungibilità del Mito; in questo l`opera della Nicchiarelli è interessante, nel manifestare una forte lontananza verso un`epoca che molti continuano a considerare pietra di paragone per l`oggi. Ma il film in sè purtroppo, dopo quell`incipit magistrale, si accomoda sulla calda quando vecchia poltrona che ognuno, o quasi, possiede nel proporio salotto. Nessuna nuova, buona nuova? Nel cinema, soprattutto oggigiorno, no di certo.
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