Liam Neeson improbabile action hero in un thriller che guarda a Polanski, ma molto da lontano
25/02/11 – Quando Liam Neeson – nei panni del biologo statunitense Martin Harris – volta le spalle alla moglie che lo guarda preoccupata dalla hall dell’albergo di Berlino dove i due sono appena arrivati insieme, non solo la mente dei critici, o dei cinefili più incalliti, ma quella di tutti i cittadini dotati di una minima esperienza da spettatori cine-televisivi corre immediatamente a Frantic, thriller cupo, erotico e allucinato con l’irripetibile coppia Ford–Seigner, diretto nel 1988 da Roman Polanski. Qui però, tetti scivolosi a parte, il regista polacco non c’entra niente.
Dietro questa nuova, improbabile interpretazione di Liam Neeson nei panni dell’eroe d’azione c’è lo spagnolo Collet-Serra. Il gioco dei riferimenti ha spinto a citare la saga di Jason Bourne e i titoli di altri pochi contemporanei, film di spionaggio che giocano sull’evanescenza delle identità e dei ruoli. Di riferimenti possibili in effetti ce ne sarebbero molti, perché, tra le poche cose che si possono riconoscere a un regista così poco dotato di personalità, c’è sicuramente una radicata anche se limitata cultura di spettatore cinematografico. Tolti di mezzo i più altisonanti, che pure qualcuno ha avuto la sfacciataggine di citare, quelli più credibili, forse anche i più pertinenti potrebbero essere Il fuggitivo o addirittura Atto di forza (diretto da Paul Verhoeven, che in qualche modo inspiegabile aleggia in questo film senza increspature).
Unknown – Senza Identità, come sempre più spesso accade nel cinema “commerciale” dell’Occieente del mondo, ha un intreccio avvincente, un’ambientazione magari non brillante ma “del momento”, in linea col trend, alcune trovate discutibili ma forse giuste per soddisfare anche i palati più grossolani. Quando però si passa alla scrittura dei personaggi e dei dialoghi, soprattutto quando si mette mano alla costruzione delle immagini, si procede nel segno nell’inadempienza. Il regista passa da un’inquadratura all’altra con fretta, quasi con insofferenza, inanellando quadri didascalici, scene di raccordo imprecise e scivolose, primi piani vacui da sceneggiato di quarta categoria, quasi che non volesse o non sapesse costruire il racconto sul vedere, ma si accontentasse delle parole per poi lasciare agli stuntman e ai coreografi gli inseguimenti e le lotte. Le parole pronunciate dagli attori però è meglio non ascoltarle. Rifugiatasi in una discoteca (ricordate Polanski?) insieme a Neeson nel corso di un inseguimento, Diane Kruger a un tratto sembra non farcela più a trattenersi ed esplode in un’affermazione grottescamente perentoria: “Ne ho visti tanti di cattivi come questi, da dove vengo io. La mia famiglia è stata sterminata in Bosnia” (la citazione non è letterale). Poi basta. Poi Gina (Kruger) accetta di seguire Martin (Neeson) e basta. Non si riesce neppure a capire che, in mancanza di grandi idee, si farebbe meglio a procedere in silenzio, per salti illogici.
Cosa resta? Bruno Ganz fa la caricatura dell’ex agente Stasi, Diane Kruger è, come in passato, troppo brava e troppo bella per il suo ruolo (Inglorious Basterds è l’eccezione che conferma la regola), Neesonsi sta sempre più tenacemente infilando nella maledizione dell’attore sbagliato nel posto sbagliato, e il non più riconoscibile Aidan Quinn sembra voler dimostrare il compimento del processo di completa invisibilità. Resta da capire come sia possibile che in un lungometraggio come questo, in cui ogni minuto montato è costato suppergiù duecentocinquantamila dollari, si affastellino con tale disinvoltura blocchi d’immagini così pervicacemente ripugnanti da chiudere fuori lo spettatore, occhi pancia e cervello.
Titolo originale: Unknown
Produzione: Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Canada, USA 2011
Regia: Jaume Collet-Serra
Cast: Liam Neeson, Diane Kruger, January Jones, Aidan Quinn, Bruno Ganz, Frank Langella, Sebastian Koch
Genere: drammatico
Distribuzione: Warner Bros Italia
Data di uscita: 25 febbraio 2011
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Unknown – Senza Identità, trailer: