Il 27 Torino Film festival entra nel vivo con il film dedicato al giovane John Lennon
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)
14/11/09 – Film dapertura alla 27ª edizione del Torino Film Festival, “Nowhere Boy” tenta di rintracciare il percorso di crescita di John Lennon prima che diventi un Beatle. Il film, esordio al lungometraggio di Sam Taylor-Wood, però cade nelle trappole che sempre si pongono quando qualcuno ha lardire di filmare un biopic, soprattutto nel momento in cui si deve individuare la radice del genio, la scintilla che fa scaturire la creatività. La regista londinese decide poi di puntellare la sua pellicola di tante, troppe strizzatine docchio allo spettatore: il giovane Lennon passa davanti a un giardino e la targa reca la scritta Strawberry Fields, due ragazze gli danno del perdente e lui strabuzza gli occhi perché poi anni dopo scriverà Im a loser, ecc.
Lascia un po dubbiosi anche la ricostruzione del privato di John, conteso da due donne, una mamma e una zia, che se lo rimpallano per tutto il film. Ora, non mettiamo in dubbio che filologicamente la vicenda sia rispettata, quel che non funziona è il modo in cui la si narra. Come sempre al cinema anche una storia vera deve sottostare alle leggi della verosimiglianza: se cadono quelle anche la storia più reale del mondo può risultare inverosimile. È ciò che accade in questo confuso rapporto a tre, dove la zia prima è unarpia e poi si trasforma in donna premurosa (senza lavorare sulle mezze misure), mentre la mamma è unisterica che salta, urla e sembra che voglia provarci con un Paul McCartney quindicenne, senza riuscire a farci capire qual è il suo problema. Girato con maniera e senza troppa personalità, “Nowhere Boy” è un film deludente che forse può risultare gradevole a certi beatlesiani moderati, ma assolutamente non accontenterà i lennoniani.