Tamara Drewe: la provincia inglese secondo Alexandre Desplat
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
12/01/11 – Non serve un orecchio particolare o essere grandi esperti di colonne sonore per riconoscere il tocco di Alexandre Desplat, uno dei maggiori compositori per il cinema degli ultimi anni: basta lasciarsi andare alle atmosfere tra il magico e il malinconico e agli arrangiamenti romantici e il gioco è fatto. In questi giorni però lo possiamo sentire al cinema in vesti un po’ particolari, quelle di “cantore” della campagna inglese in Tamara Drewe, il nuovo film di Stephen Frears. Gli archi, le corde pizzicate, le sonorità tipiche degli “altri mondi” – non necessariamente fantastici – di Desplat arrivano a questo mondo, all’oggi e alle beghe piccole e grandi derivanti dall’invidia e dal successo. E Desplat, prendendo spunto dalla trama, ne fa una sorta di esercizio di stile sulla scorta della musica “da giallo”, con xilofoni e arpe a dare ritmi e cadenze ad archi ora più marcati e ora più sognanti, una sorta di Agatha Christie bagnata dall’ironia.
Aperto da titoli di testa che esplicitano da subito il tema “misterioso” del film, lo score viaggia tra variazioni sul tema (Going to Nadia, Nicholas and Tamara) che cambiano i toni e seguono i registri del film, altri brani più magici (la bellissima I Need a Dump) e citazioni colte (come Pachelbel in Packing and Closing) per appordare a brani pop-rock che punteggiano il film come quelli originali degli Swipe (la band alla base della storia), Where Are You Now e soprattutto la conclusiva Jail-bait Jody. Una partitura ispirata e simpatica, che non si prende sul serio ma sa partecipare al gioco di Frears e dimostra, oltre al talento melodico di Desplat, la sua capacità di leggere tra le righe dei film che musica.