24/09/08 – I divi, si sa, fanno storia a se, possono scegliersi progetti cuciti su misura, oppure finirci dentro sentra troppa convinzione, ma rendendo il film degno di essere visto solo per la loro presenza. Così, la riunione dei due più grandi attori americani viventi non poteva non suscitare attesa e speranza, anche perchè i due si trovano a dividere interamente la scena. Coprotagonisti di un poliziesco psicologico diretto da Jon Avnet, in cui si fanno da spalle reciproche, senza però che il film possa sollevarsi da una sostanziale piattezza. Ambientato in una New York sorprendentemente anonima, il film torna sull`ormai vetusto tema dei giustizieri, sulla giustizia privata e l`incapacità istituzionale, mettendo al centro della scena due poliziotti stanchi ma integri; anche se il vero tema sottotraccia, sembra essere quello di un reparto geriatrico (a vedere la composizione del distretto di polizia) che cerca di dimostrare al mondo la loro intrinseca gioventù.
Con esiti abbastanza ridicoli, che portano il film di Avnet a non trovare una sua via, a procedere piatto e senza nerbo, arricchito da qualche banalità qua e là e sprecando un`interessante venatura nera per barare con lo spettatore, confezionando una sorpresa prevedibile ma ben camuffata che porta a un prolisso finale. La sceneggiatura si limita a ripetere ore un canovaccio liso, sperando che i dialoghi tra i personaggi o il colpo di scena dèstino l`attenzione dello spettatore; che invece va inesorabilmente persa dopo la prima mezz`ora, quando anche Avnet smette di provarci e dirige semplicemente il traffico di un film costruito su due divi e che non vuole permettersi null`altro. Divi che però non sembrano impegnarsi più di tanto, intenti a mostrare le facce consuete del loro talento, a gigioneggiare senza cadere nell`istrionismo spicciolo che più volte ha limitato le loro performance. E che non appesantisce un film di profilo medio-basso che non rialza le quotazioni, nè aggiunge nulla, a due carriere che ormai pare abbiano detto tutto ciò che potevano.