La leggendaria vicenda di Ayrton Senna in un documentario che riesce anche a essere una grande narrazione
11/02/11 – Il documentario del regista anglo-indiano Asif Kapadia su Ayrton Senna è un interessante esperimento di come si riesca a costruire una grande narrazione epica e drammatica solo lavorando su delle immagini di repertorio e intervenendo con interviste fuori-campo. Di questi elementi basici è fatto per l’appunto Senna, autentico biopic sul celebre pilota di Formula Uno brasiliano che primeggiò tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta vincendo tre Mondiali per poi morire tragicamente il primo maggio del 1994 sulla pista di Imola.
L’eccezionale lavoro di montaggio fa sì che ci si possa appassionare e commuovere anche se non si ha grande confidenza con il mondo dei motori. Dato atto a Kapadia della riuscita quasi miracolosa di Senna, va però considerato che senza due elementi ciò non sarebbe stato possibile: l’unicità della storia del pilota brasiliano da un lato e la società dello spettacolo dall’altro. Ayrton Senna aveva tutte le caratteristiche necessarie per costruirvi intorno una perfetta storia cinematografica: il desiderio di primeggiare, un carattere ombroso e sincero, un viso angelico, l’orgoglio patriottico per il proprio Paese, uno stile di guida decisamente spericolato, l’amicizia e poi la rivalità con il francese Alain Prost (una parabola con connotati da buddy movie), un certo fondo di misticismo, uno spirito ribelle che lo portava sempre in polemica con le alte sfere del grande “circo” della Formula Uno, l’altruismo nei confronti dei colleghi e, infine, una morte tragica. La cosiddetta società dello spettacolo ha fatto il resto: senza le numerose interviste rilasciate quando Senna era ancora in vita, senza le riprese multiple dei vari gran premi disputati (riprese capaci di cogliere non solo lo svolgimento della corsa, ma anche volti e smorfie di chi si trovava ai box), qualsiasi tentativo di rielaborazione sui materiali sarebbe stato impensabile.
E la grande quantità delle riprese di repertorio di pubblico dominio non fa sentire assolutamente la mancanza del privato, della vita intima di Senna: tutto quel che possiamo (e dobbiamo) sapere su di lui ci viene dalle immagini d’epoca; era lì a disposizione di chiunque ed è merito di Kapadia averlo saputo montare/interpretare. Su un piano drammaturgico, ad esempio, il regista è riuscito a individuare i personaggi chiave della vicenda pubblica di Senna: Prost (il rivale), il presidente della Federazione Jean-Marie Balestre (il cattivo), il medico della Federazione (il vecchio saggio), il presidente della McLaren Ron Dennis (il mentore). In più in Senna si riescono ad apprezzare anche alcune soluzioni stilistiche: valga per tutti l’uso espressivo della “soggettiva” dalla cabina del pilota, riprodotta più volte in continuità a creare dei veri e propri piani-sequenza.
Insomma, sarebbe un film su cui puntare…eppure, un po’ per la scarsa pubblicità un po’ per la proverbiale ritrosia del pubblico ad avvicinarsi al “genere documentario”, Senna rischia seriamente l’invisibilità.
Titolo originale: Senna
Produzione: Gran Bretagna 2010
Regia: Asif Kapadia
Genere: documentario
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita: 11 febbraio 2011
Vai alla SCHEDA FILM