Muccinismi vari al servizio di un pessimo script
12/02/10 – Continuare la querelle su cosa significhino nell’orizzonte culturale e sociologico italiano i libri e i film di Federico Moccia è inutile e meramente provocatorio, visto che pure con tutte le remore possibili, la sue opere cartacee o filmiche godono di un successo indubitabile, specie in certe fasce di età (sebbene “Amore 14” abbia appena superato i 3 milioni). Allora non ci rimane che affrontare i suoi film sul terreno meramente cinematografico, mettendo da parte quello commerciale: il seguito di “Scusa ma ti chiamo amore” è, né più né meno, un brutto film.
Niki e Alex ormai stanno insieme da un po’ e convivono, tanto che il pubblicitario decide di fare il grande passo, chiedere alla studentessa di sposarlo: qui cominciano i problemi, visto che la paura, le famiglie gli amici e le amiche sembrano remare contro il lieto evento. E con loro l’ombra di una nuova passione. Anticipata dal libro omonimo, la commedia sentimentale firmata da Moccia con Chiara Barzini e Luca Infascelli, cerca il solito mix tra i patemi figli del classico Muccino e umorismo adolescenziale, con maggior sobrietà rispetto al predecessore ma anche con maggior piattezza. Allargando il cerchio narrativo dalla coppia al resto di amici e famiglie, il film sembra una risposta intergenerazionale e regredita a “Baciami ancora”, in cui le paure e le difficoltà dei rapporti di coppia, tutti rotti o in rottura, passano attraverso una messinscena delle differenze su cui possono sbattere, dall’età alla classe, dalla cultura all’indole: il grave problema è che queste differenze – che ricalcano quelle di tutte le commedie dagli anni ’60 a oggi e che sembrano perciò stantie – vengono raccontate attraverso semplici stereotipi e luoghi comuni accettati e reiterati senza critica, oltre a essere risolte frettolosamente in un amen, in spregio alla tensione narrativa.
Ma non è l’unico aspetto dilettantesco di una sceneggiatura che tira tutto troppo per le lunghe per un’ora e mezza e poi risolve tutto senza climax né pathos in pochi secondi (e con uno dei finali peggiori di sempre) con tremendi dialoghi. Troppo perché Moccia possa porvi rimedio col ritmo, il brio e la mobilità della macchina da presa, specie se pretende di ricostruire Ibiza a Capocotta, se sceglie canzoni pop risalenti al 2001, se dirige gli attori senza alcun piglio e si riduce ad affidare ruoli secondari a figuranti del Grande fratello e affini (ci preme salvare l’unico attore che sembra saper recitare, Luca Angeletti). E se Moccia chiede ai critici di capire il perché del successo dei suoi prodotti, noi gli chiediamo di fare uno sforzo e di capire la ragione per cui i suoi film risultano spesso insopportabili.
(EMANUELE RAUCO)
Titolo originale: Scusa ma ti voglio sposare
Produzione: Italia 2010
Regia: Federico Moccia
Cadt: Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Luca Angeletti, Francesca Antonelli, Francesco Apolloni, Michelle Carpente, Beatrice Valente Covino, Cecilia Dazzi, Francesca Ferrazzo, Rossella Infanti, Cristiano Lucarelli, Ignazio Oliva, Pino Quartullo, Andrea Montovoli, Francesco Arca, Kiara Tomaselli, Michela Carpente, Beatrice Valente, Chiara Tomaselli, Lara Basso, Maria Rita Fenzato
Durata: 100′
Genere: sentimentale
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 12 febbraio 2010
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