05/06/07 – Esce questo venerdì il film che ha conquistato pubblico e giuria dello scorso Festival di Berlino, vincendo il prestigioso Orso d’oro e aprendosi di diritto un varco nella distribuzione internazionale. Si chiama “Tuya’s marriage” (Il matrimonio di Tuya) ed è diretto dallo sconosciuto – almeno al grande pubblico – regista cinese Quan’an Wang. La storia, tutta al femminile, racconta di Tuya, una donna che abita insieme al marito paralizzato nei territori a nord della Cina e della sua difficile emancipazione. Costretta ai lavori più pesanti, decide che è giunto il momento di risposarsi per avere al proprio fianco qualcuno che la aiuti nelle faccende domestiche e lavorative, a patto, però, che il futuro consorte accetti con sè, insieme alla donna, il suo ex marito.
Sulla via della difficile urbanizzazione, in un tema che – caro al cinema cinese – racconta la dicotomia quasi insuperabile fra la tradizione secolare di un popolo e la sua emancipazione culturale, “Il matrimonio di Tuya”, rappresenta l’importante passo avanti di un cinema pieno di risorse e di idee, che inizia a rapportare la propria produzione ai velocissimi cambiamenti politici e sociali: da un’economia agricola e campestre a un sospirato bisogno di capitalismo e denari. Un film importante da vedere prima che le logiche di mercato lo cancellino dalle sale del nostro paese.