Maria Sole Tognazzi ricorda suo padre Ugo Tognazzi, maschera tragica e ridicola del nostro cinema
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)
Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA, a cura di Alessandro Aniballi, all’autrice del documentario/omaggio Ritratto di mio padre:
28/10/10 – Esattamente vent’anni fa moriva Ugo Tognazzi, uno dei “mostri sacri” del cinema italiano, probabilmente il nostro interprete più eclettico e inquieto, capace di attraversare tutto l’arco cinematografico di allora, dalle proto-farse con Vianello o con Walter Chiari ai picchi autoriali di un cineasta come Marco Ferreri. E se la 67. Mostra del cinema di Venezia ha deciso di omaggiare il decennale della scomparsa di Vittorio Gassman con il documentario Vittorio racconta Gassman, una vita da mattatore, ci pensa il 5° Festival internazionale del film di Roma a ricordarci il talento malinconico e popolare di Ugo Tognazzi con Ritratto di mio padre diretto dalla figlia Maria Sole. Viste le premesse di un lavoro per diretta via filiale, non poteva che trattarsi di un ritratto intimo e sofferto, una sorta di costante ricordo commosso.
Quel che però potrebbe lasciare un po’ sorpresi è lo schermo di una sostanziale “obiettività” che la regista ha scelto di adottare. Ne consegue che, pur apparendo in scena in diversi momenti, Maria Sole Tognazzi privilegia quasi una posizione “laterale” alla vicenda facendo parlare soprattutto gli altri, dai fratelli agli amici. Ma ciò non toglie che il carattere intimo dell’operazione resti comunque vivo e percepibile, si direbbe quasi attraverso una tensione invisibile che passa attraverso le immagini di repertorio (sia scene di film che home movies) per arrivare a sciogliersi in una dichiarazione d’amore fatta da Ugo a sua figlia, appena nata, durante una vecchia trasmissione televisiva. Nella congerie dei ricordi emergono quelli di Pupi Avati (con la divertente storia che gli permise di girare La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone) e quelli di Bernardo Bertolucci, capace con alcuni cenni poetici di far rivivere il sentire del Tognazzi protagonista di Tragedia di un uomo ridicolo, con l’idea che il tragico e il ridicolo fossero per l’appunto consustanziali a questo straordinario interprete (e il film di Bertolucci del 1981 gli valse anche la Palma d’oro come miglior attore). Infine, a fare da sfondo a Ritratto di mio padre, vi è la villa a Torvaianica di proprietà di Tognazzi, autentico cuore cinematografico di allora, spesso addirittura preferito al festival di Venezia come ritrovo, dove nascevano e si consolidavano amicizie e rapporti professionali e dove, in certo modo, “se faceva er cinema” per dirla alla romana.
p.s. L’immagine in calce all’articolo è una vecchia finta prima pagina di Paese Sera a opera del giornale satirico Il Male. Scherzo cui Tognazzi si prestò dichiarando poi: “rivendico il diritto alla cazzata”.