Presentato Fuori Concorso a Venezia 67, Notizie degli scavi di Emidio Greco esce ora in sala in 30 copie, distribuito dalla Movimento Film. Il film, che vede come protagonisti Giuseppe Battiston e Ambra Angiolini, è tratto da un racconto di Franco Lucentini del 1964 ed è da allora, cioè quando il libro venne pubblicato per la prima volta, che Emidio Greco desiderava farne una trasposizione cinematografica. Il risultato, che vede dunque la luce a quasi cinquant’anni di distanza dalla prima ideazione, è un film fuori tempo, senz’altro anomalo, ma inevitabilmente datato. E non si tratta tanto di debolezze strutturali del racconto – anche se il contesto della pensione/casa chiusa e i nomi e le caratteristiche dei personaggi, l’ingenuo e imbranato Professore e la disillusa prostituta dal cuore tenero Marchesa, calati in un contesto odierno, risultano decisamente stranianti – quanto della pedissequa trasposizione fatta da Greco e delle sue scelte registiche.
Il regista infatti ha scelto di riprodurre letteralmente i dialoghi scritti da Lucentini, pieni di indecisioni e balbettamenti, aumentando se possibile l’improbabilità di conversazioni che, invece di farsi realistiche, appaiono ancor più venate di straniamento. Alla base di tutto ciò però non pare di leggere il tentativo di creare un effetto brechtiano, innanzitutto perché la banale storia d’amore che viene raccontata non ha nulla di politicamente debordante e, in secondo luogo, perché la regia, invece di essere enfatizzata in quanto tale, è sostanzialmente annullata in lunghi piani fissi privi di un preciso punto di vista sulla vicenda narrata. In un film che è sostanzialmente ridotto a quel che un tempo si diceva “due camere e cucina”, si assiste a delle estenuanti scene di dialogo meccanico in cui si conversa con una precisione maniacale “del più e del meno”. E la stessa “svolta” del personaggio del Professore, interpretato da un Battiston per la prima volta decisamente a disagio, è resa sempre e comunque con uno stile che si potrebbe definire “ameno”; negli spazi/scavi di Villa Adriana il Professore dovrebbe scoprire la bellezza dell’arte e dunque della vita, ma il suo “turbine emotivo” viene mostrato con una totale “anaffettività” stilistica da ricordare l’intervallo Rai dei bei tempi, quei vuoti di programmazione in cui si riempiva il tempo con paesaggi di bellezze italiche commentati da una musica stucchevole.
Notizie degli scavi perciò è probabilmente il simbolo di un grande malinteso, il malinteso del cinema d’autore, di certo cinema d’autore italiano, fintamente proteso verso un altrove poetico e invece rinchiuso e recluso nella povera superficie di un muro scrostato.
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