Il difficile esperimento di un’indipendente
Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ai protagonisti del film Le stelle inquiete:
11/03/11 – Come si fa a costruire immagini usando le idee? Una domanda così se la sarà fatta Emanuela Piovano – animatrice culturale e produttrice qui alla sua quinta regia di lungometraggio – l’autrice piemontese che più di sei anni fa ebbe l’intuizione di scrivere un film sulle vicende biografiche della filosofa francese Simone Weil. Morta meno che quarantenne esule a Londra durante la Seconda Guerra Mondiale, la giovane insegnante parigina che volle conoscere attraverso l’esperienza fisica diretta il lavoro della fabbrica, quello dei campi e le sofferenze d’una vita di privazioni, nacque ebrea restando presto affascinata dalla figura di Cristo, senza però mai accettare il battesimo. Piovano, indipendente non per scelta ideologica ma per vocazione, ha confermato il coraggio già mostrato dalle sue prove precedenti, inoltrandosi spericolatamente nel ritratto biografico e filosofico di una libera pensatrice difficile da cogliere senza compiere travisamenti.
Persi molti dei pezzi di una coproduzione internazionale partita grande, Emanuela Piovano ha deciso di seguitare quasi sola, facendo del suo progetto un piccolo film denso e intenso. Con una troupe di giovani professionisti appena oltre la soglia della maturità e un cast artistico povero ma concentrato, Piovano ha realizzato nelle valli intorno a Imperia il suo temerario tentativo di versare dentro le immagini del cinema l’articolata complessità della filosofia. Saggiamente concentrando il racconto sulla breve ma fondamentale permanenza di Simone Weil nelle valli intorno a Marsiglia, la regista – che qui è anche sceneggiatrice e produttrice – insegue la favola filosofica, cerca l’astrazione metafisica, prova a trovare dentro un episodio circoscritto il senso di un’esistenza intera.
Nonostante gli encomiabili sforzi che si riverberano e raccolgono intorno all’attrice protagonista (Lara Guirao, unica straniera nei titoli di coda), la sceneggiatura non riesce a scrollarsi di dosso la sua pesantezza, una rigidità che nelle parole e nei gesti – posati e ritmati quasi fossero parte di una liturgia – diventa goffaggine molesta. L’interprete che presta il corpo a Weil è brava ma, da francofona, è costretta a recitare pronunciando a singhiozzo elaborate locuzioni perfettamente italiane. L’effetto di straniamento, che pure la regista dichiara di voler produrre, viene vanificato dai pochi attori che le stanno intorno, un po’ troppo approssimativi per evitare una crescente impressione d’insufficienza.
Molto riuscito invece lo stile intimo e raccolto della regia che intesse, senza troppe incertezze, un cinema da camera alla vecchia maniera. È un peccato che dopo aver assistito alla proiezione e aver ascoltato a lungo le dichiarazioni di regista e attrice sulle vicende produttive del film, quel che si conserva nella mente siano le parole che descrivono le fasi del lavoro e la vita del set invece che le inquadrature di questo insolito esperimento.
Titolo originale: Le stelle inquiete
Produzione: Italia 2011
Regia: Emanuela Piovano
Cast: Lara Guirao, Fabrizio Rizzolo, Isabella Tabarini
Durata: 87′
Genere: drammatico
Distribuzione: Kitchen Film
Data di uscita: 11 marzo 2011
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Le stelle inquiete, trailer: