Dopo “Non ti muovere”, Sergio Castellitto torna alla regia
Ascolta le interviste ai protagonisti de La bellezza del somaro:
17/12/10 – Il trend della commedia ha ormai definitivamente invaso produzione e box office italiani. Dopo Ozpetek con Mine vaganti (2010), Salvatores con Happy Family (2010) e dopo l’incredibile successo di Benvenuti al Sud (2010), anche Sergio Castellitto (alla regia e nel ruolo di capocomico) e Margaret Mazzantini (soggetto e sceneggiatura) virano su quel versante. Il che potrebbe anche sorprendere visto che il binomio Mazzantini – Castellitto veniva dall’esperienza del drammatico Non ti muovere (2004), film certo non perfetto ma con una robustezza innegabile (anche di regia, cosa tutt’altro che scontata). Se però si pensa alla carriera di attore di Castellitto, non vi è nulla di cui stupirsi e, soprattutto, la sua commedia va inserita in un contesto nettamente differente sia dall’ “autoriale” (Ozpetek e Salvatores) che dal commerciale (da Veronesi a Benvenuti al Sud, per l’appunto, fino ancora ai cine-panettoni). La bellezza del somaro piuttosto sembra volersi rifare da un lato alla tradizione della farsa francese (da Beaumarchais in poi), dall’altro alle maschere tragicomiche e sostanzialmente grottesche della nostra commedia dell’arte. Perciò, tra i tanti registi con cui Castellitto ha lavorato, forse è qui l’influenza di Jacques Rivette ad essere più evidente (con, molto sullo sfondo, il modello, inarrivabile per chiunque, de La regola del gioco, 1939, di Jean Renoir, sorta di archetipo in ambito cinematografico del gioco di ruolo all’interno della società). Purtroppo il tentativo, seppur nobile e di altissima filiazione, non è del tutto riuscito.
La bellezza del somaro manca della necessaria coerenza narrativa e va avanti per guizzi improvvisi e per improvvise cadute. Probabilmente ci sono troppi personaggi e di conseguenza qualche caratterizzazione, dalla maschera, rischia di virare decisamente verso il bozzetto (troppo semplicistico pare ad esempio il personaggio ossessionato dalla morte bergmaniana de Il settimo sigillo fatto interpretare a Renato Marchetti; lo stesso dicasi dell’autoritaria colf interpretata dalla russa Svetlana Kevral; mentre è straordinariamente stralunato Enzo Jannacci, ma non poteva essere altrimenti visto che il film punta molto su di lui). Sia chiaro, La bellezza del somaro è un film ambizioso, il che riferito a una commedia può parere strano, ma solo perché ormai la nostra concezione del comico e dell’umorismo è notevolmente regredita alla piattezza e ai tempi scenici del battutismo televisivo (il caso Bisio in Benvenuti al Sud è esemplare). Ma quando si cerca con la chiave del grottesco di leggere lo stato di (non) salute di una società si decide di rischiare molto e Castellitto, per l’appunto, non si tira indietro. La stessa regia ha una ricercatezza che sarebbe vano cercare altrove nel panorama del cinema italiano “leggero” degli ultimi tempi (e in questo panorama vanno inseriti anche gli ultimi film di Ozpetek e Salvatores). Il montaggio, addirittura, sembra portare un contributo espressivo non da poco, costruito com’è su piccole ellissi e su un interessante gioco di spaesamento.
Quel che inficia la riuscita de La bellezza del somaro è come detto la debolezza del meccanismo narrativo e, forse soprattutto, un moralismo di fondo che in operazioni siffatte dovrebbe essere evitato. Nell’operazione di Castellitto e della Mazzantini si sente una volontà educativa (i padri non devono essere amici dei figli, padri e figli devono riconciliarsi, ecc.) che stona con il presupposto carnevalesco e fa sì, ad esempio, che su un piano meramente narrativo si sia costretti a fare una serie di “finali” perché tutti i personaggi devono ritrovare la via che avevano smarrita. Non è dunque la teatralità dell’assunto e della recitazione o la sfida al realismo visivo del nostro cinema a peccare, quanto piuttosto la ritrosia nel portare il discorso fino in fondo, il nocciolo molle del politically correct che emerge sotto la superficie dello sberleffo e ne tarpa la portata potenzialmente eversiva.
Titolo originale: La bellezza del somaro
Produzione: Italia 2010
Regia: Sergio Castellitto
Cast: Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova, Gianfelice Imparato, Nina Torresi, Emanuela Grimalda, Lidia Vitale, Renato Marchetti, Lola Ponce, Erika Blanc, Svetlana Kevral, Pietro Castellitto, Valerio Lo Sasso, Valentina Mencarelli, Riccardo Russo
Genere: commedia
Durata: 107′
Distribuzione: Warner Bros Italia
Data di uscita: 17 dicembre 2010
Articoli correlati:
Parola al cinema – Uno sguardo sulla sceneggiatura de La bellezza del somaro
La bellezza del somaro, trailer: