Divenuto ormai un provetto Guerriero Dragone, Po trascorre placido le sue giornate tra scorpacciate e giochi con i suoi nuovi amici i Cinque Cicloni. Ma un nuovo pericolo è in agguato e ha l’aspetto baldanzoso e piumato del terribile Lord Shen, avido pavone in possesso di una potente arma in grado di sottomettere l’intera Cina. E toccherà proprio al buffo panda e ai suoi compagni affrontare la minaccia attraverso un tumultuoso viaggio lungo il Paese, per sconfiggere il nemico e riportare la serenità nella Valle della Pace. A tre anni di distanza dall’exploit del primo episodio, l’adorabile mammifero bianco e nero ritorna – più corpulento, pasticcione ed eroico che mai – aggiungendo un altro capitolo alle sue imprese in questa straordinaria avventura animata firmata DreamWorks che non mancherà di deliziare grandi e piccini. Fedele ancora una volta all’obiettivo di conquistare il pubblico più giovane, grazie al collaudato mix di efficace semplicità a base di comicità fisica da slapstick, edificante saggezza orientale e arti marziali, Kung Fu Panda 2 asseconda pienamente la consuetudine del sequel alzando il tiro con una dose più massiccia di divertimento e spettacolarità in un racconto più complesso e adulto. L’intreccio, maggiormente articolato e ricco di sottotesti, vede infatti il protagonista alle prese non solo con il riscatto del suo popolo e delle stesse sorti del Kung Fu, ma anche con un doloroso percorso verso la riscoperta delle proprie origini. Obiettivo è il perseguimento della pace interiore, che qui assume il ruolo che fu della leggendaria “formula segreta” nel film precedente: ma laddove quella era solo una tappa verso il raggiungimento della maturità, in questo caso l’equilibrio personale diviene strumento indispensabile per l’accettazione della propria identità.
Una componente più malinconica che, tuttavia, nulla toglie ad un’azione potenziata nei suoi aspetti concitati e rocamboleschi grazie anche al notevole apporto della regia di Jennifer Yuh Nelson, agile e brillante nel destreggiarsi con ritmo e verve tra la vivacità di combattimenti coreografati con virtuosismo accresciuto dal 3D, e i momenti di “decompressione” riposti nel ricorso all’elegante grafica vintage bidimensionale dal tratto più secco e cupo che scandisce gli incubi e i ricordi di Po. Eccellente, ed è quasi superluo precisarlo, il lavoro sull’animazione, sorprendente nel realismo tattile di ambienti e personaggi, che conferma il colosso fondato da Spielberg come perfetta macchina di intrattenimento ad altissimo livello; mentre è doveroso menzionare il contributo del doppiaggio originale, che ai soliti Jack Black, Angelina Jolie, Seth Rogen e Dustin Hoffman unisce new entries del calibro di Gary Oldman, Michelle Yeoh e Dennis Haysbert, più i simpatici cameo di Jean-Claude Van Damme e del regista Paul Mazursky, che presta la voce al coniglio menestrello. Purtroppo tutti doppiati nella versione italiana in uscita il 24 agosto.
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