10/04/08 – L’eclettico regista spagnolo, Alex De La Iglesia, ha incontrato la stampa romana in occasione dell’uscita del suo ultimo film Oxford Murders – Teorema di un delitto, nelle sale da venerdì 11 Aprile. Dopo una serie di pellicole bizzarre, ironiche e grottesche, che tanto hanno caratterizzato la sua carriera, De La Iglesia si butta a capofitto in un progetto insolito e stilisticamente diverso dai suoi precedenti lavori: un thriller vecchia maniera, realistico e dai toni seri. à stato proprio lo stesso regista a spiegare il perchè di questo cambiamento: abbiamo tratto il film da un libro, cioè dal lavoro di un’altra persona, Guillermo Martinez (il libro è La serie di Oxford ndr). Generalmente le sceneggiature su cui baso i miei film sono originali, scritte da me a da Jorge Guerricaechevarrìa. In questo caso, dovevamo adattarci ad un tono preesistente, non aveva senso stravolgere tutto e trasformare un giallo in una commedia grottesca. Ho voluto rispettare il romanzo di partenza, senza eccedere con i miei soliti modi. Questo non vuol dire che non tornerò presto a fare film più personali. Riguardo l’impatto sul pubblico, De La Iglesia, vede il suo film come una sorta di prodotto interattivo: ho cercato di raffigurare Oxford come se fosse una scacchiera. Questo per coinvolgere gli spettatori in quello che sembra una sorta di gioco da tavola. A tal proposito, il piano sequenza che si vede nel film, doveva essere molto più lungo e complesso, iniziare dall’alto proprio per dare meglio l’impressione di un tabellone da gioco. Alla fine siamo riusciti a realizzarne uno molto più piccolo, ma solo perchè ho tanto insistito. Mi sono messo a piangere ed Elaija Wood, mosso dalla pietà , ha detto: facciamo contento il ciccione!. In ultima battuta riportiamo una curiosa affermazione di De La Iglesia che la dice lunga sul suo modo di vedere la vita e di rappresentarla: non amo l’espressione humour nero, non vuol dire nulla, credo che tutto lo humour sia nero poichè parla della vita… e la vita è nera!. Ma poi aggiunge con un sorriso beffardo: questa non è mia, l’ho rubata a Rafael Azcona!.
(Alessandra Sciamanna)