Pete Postlethwaite: un grande attore britannico, che al cinema fu utilizzato meno di quanto meritava, e in contesti non sempre alla sua altezza
04/01/11 – Come capita spesso agli attori e autori europei una volta acquisita notorietà negli Stati Uniti, anche Pete Postlethwaite, dopo una strameritata nomination all’Oscar per Nel nome del padre (1993) di Jim Sheridan, fu assoldato in ruoli generici, spesso “di servizio”, in grandi produzioni americane. Perché piazzare in ruoli secondari qualche attore europeo, specie se britannico, dà sempre lustro, nell’ottica “parvenu” per cui spesso si caratterizza la produzione mainstream statunitense.
Pete Postlethwaite aveva un volto che, nelle logiche hollywoodiane, difficilmente avrebbe chiamato un ruolo da protagonista. Eppure aveva, anche, un volto di rarissima intensità, scavato e sofferente, che parlava con gli occhi prima ancora che con le parole. Dopo lunghe esperienze teatrali, i primi ruoli di spicco al cinema arrivarono in Gran Bretagna e relativamente tardi, a quarant’anni passati, con The Dressmaker (1988) di Jim O’Brien e Voci lontane sempre presenti (1988) di Terence Davies. Partecipò anche all’ Amleto di Franco Zeffirelli (1990). Ma fu appunto con Nel nome del padre (1993) di Jim Sheridan che per la prima, e forse unica volta nella sua carriera, Postlethwaite colse una piena valorizzazione delle sue doti al cinema. Di nuovo un ruolo secondario, si badi bene, che però si pianta nella memoria con maggiore vivezza della pur trascinante prova di Daniel Day-Lewis. Il film resta didascalico e un tantino magniloquente, e quel che appare paradossalmente meno riuscito è proprio il ritratto di quel rapporto padre-figlio viscerale e tormentato. Ma la sofferenza e la battaglia muta dietro le sbarre di Giuseppe Conlon, il profondo fatalismo del personaggio, contrapposto alla scatenata virulenza del figlio Jerry, trovarono una magnifica espressione nel volto umanissimo di Postlethwaite.
Giustamente candidato all’Oscar (e, per converso, scandalosamente scippato del premio in favore del Tommy Lee Jones di Il fuggitivo…), Postlethwaite vide aprirglisi davanti le porte delle cosiddette “preziose” partecipazioni americane, anche in film importanti come Il mondo perduto e Amistad (1997) di Steven Spielberg, che tuttavia non aggiunsero quasi mai nulla al suo percorso artistico. Interpretò con ottimo gusto mefistofelico, questo sì, il personaggio dell’avvocato Kobayashi in quel gioiello narrativo di I soliti sospetti (1995) di Bryan Singer. Ancora un ruolo secondario, ma anche questo degno di essere ricordato.
Fu in patria, comunque, in Gran Bretagna, che Postlethwaite trovò ancora qualche interpretazione davvero significativa. Una su tutte, il musicista improvvisato di Grazie signora Thatcher (1996) di Mark Herman, rarissimo caso per lui di ruolo protagonista, pur in un contesto corale, per un brillante esempio di commedia proletaria britannica. In cui il valore aggiunto portato da Postlethwaite si profila, ancora, in un’estrema dignità umana, ben valorizzata nel monologo finale del film. Prima della sua morte prematura, Postlethwaite ha fatto in tempo a partecipare a Inception (2010) di Christopher Nolan. Poco più di un cammeo, ancor meno dei consueti ruoli secondari a cui il cinema, specie americano, l’aveva abituato. E’ mancato, purtroppo, il coraggio di un regista o di un produttore che puntassero tutto su di lui con un ruolo a tutto tondo. E così manca nella sua filmografia un’opera in tal senso memorabile. Ma Giuseppe Conlon, incarnato nel suo volto, non ce lo dimenticheremo facilmente.
FILMOGRAFIA (parziale):
– I duellanti (The Duellists, 1977)
– La sarta (The Dressmaker, 1988)
– Un prete da uccidere (To Kill a Priest, 1988)
– Voci lontane… sempre presenti (Distant Voices, Still Lives, 1988)
– L’isola del tesoro (Treasure Island, 1990)
– Amleto (Hamlet, 1990)
– Detective Stone (Split Second, 1992)
– Alien³ (1992)
– L’ultimo dei Mohicani (The Last of the Mohicans, 1992)
– Waterland – Memorie d’amore (Waterland, 1992)
– Nel nome del padre (In the Name of the Father, 1993)
– I soliti sospetti (The Usual Suspects, 1995)
– Sabato nel pallone (When Saturday Comes, 1996)
– James e la pesca gigante (James and the Giant Peach, 1996)
– Crimetime – Dentro il delitto (Crimetime, 1996)
– Romeo + Giulietta (Romeo + Juliet, 1996)
– Grazie, signora Thatcher (Brassed Off, 1996)
– Dragonheart – Cuore di drago (Dragonheart, 1996)
– Amistad (1997)
– Il bacio del serpente (The Serpent’s Kiss, 1997)
– Il mondo perduto – Jurassic Park (The Lost World: Jurassic Park, 1997)
– Fra i giganti (Among Giants, 1998)
– Alice nel Paese delle Meraviglie (Alice in Wonderland, 1999)
– The Shipping News – Ombre dal profondo (2001)
– Triggermen (2002)
– Cuori estranei (Between Strangers, 2002)
– Dark Water (2005)
– The Constant Gardener – La cospirazione (The Constant Gardener)
– Omen – Il presagio (The Omen, 2006)
– Ghost Son (2006)
– The Age of Stupid (2009)
– Solomon Kane (2009)
– Scontro tra titani (Clash of the Titans) (2010)
– Inception (2010)
– The Town (2010)
– Killing Bono (2011)