L’iperrealismo di Salvatores
29/03/10 – Milano come New York, le notti del Duomo accompagnate da Chopin come la Grande Mela godeva di Gershwin. Il cuore del nuovo film di Gabriele Salvatores è in quella breve sequenza musicale dove il regista milanese concentra le ispirazioni e le suggestioni in uno specchio che guarda a Woody Allen; e che gli permette di realizzare uno dei suoi film più ricchi e ispirati, quindi migliori.
Ezio è uno sceneggiatore che sta cominciando a scrivere un film: ma la sua ispirazione e i suoi personaggi lo risucchieranno dentro il copione e dentro un racconto che pare prendere la propria via. Pirandello e Shakespeare convergono nella sceneggiatura di Salvatores e Alessandro Genovesi – da un suo testo teatrale – che costruisce una deliziosa, intima, a tratti geniale e tenera commedia familiare, dove proprio le nuove bizzarrie familiari sono al centro del racconto. Come in una versione sorridente e bonaria del cinema di Wes Anderson, il film tratteggia tipologie umane e sentimentali che formano una sorta di ritratto iperrealista della famiglia, una comunità più o meno affettiva anziché un nucleo sociale solido, ma soprattutto riflette sul racconto, la costruzione di una vita di secondo grado che sfugge al controllo dei propri creatori ma non può che nutrirsi della loro vita; e Salvatores infatti, specchiandosi nel finale col suo protagonista, costruisce il suo film a partire dalle proprie suggestioni – il sipario iniziale di “Fanny e Alexander”, le frasi e i film di Groucho Marx, Simon e Garfunkel – e lo fa con una coerenza linguistica, un acume narrativo, un controllo stilistico che in Italia è molto raro.
E che si mostra nella bellissima scena della cena, in cui Salvatores mostra la sua arte e il piacere del racconto e il suo valore meta-linguistico, la capacità di costruire un dispositivo e al contempo di metterlo in scena grazie alla stilizzazione grottesca e alla composizione dei colori e dell’immagine del direttore della fotografia Italo Petriccione; e a un cast preziosissimo, che tra i benemeriti Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, vede anche la consacrazione sul grande schermo di Fabio De Luigi e della sorprendente esordiente Valeria Bilello. Un film sorridente e dolce, che finalmente vuole comunicare al proprio pubblico con creatività e intelligenza.
Produzione: Italia 2010
Regia: Gabriele Salvatores
Cast: Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello, Corinna Agustoni, Gianmaria Biancuzzi, Alice Croci, Sandra Milo
Durata: 90′
Genere: commedia
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 26 marzo 2010
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Happy De Luigi
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