Lutto e commozione in un’Italia finalmente non da cartolina
12/10/09 – Elaborare il lutto. Trascinarsi dietro uno svuotante senso di colpa. La piccola Mary ha perso sua madre Marianne in un terribile incidente stradale, causato involontariamente da lei. Questo la sta annientando lentamente. Sua sorella Kelly inconsciamente è arrabbiata con lei e la accusa, suo padre Joe (Colin Firth) riempie di attenzioni le due figlie e, nel frattempo, ottiene per un anno una cattedra universitaria a Genova. Così, da Chicago, tutti partono alla volta della bella città italiana con la speranza che questo possa servire a migliorare le cose. Sullo sfondo dei suoi vicoli e della sua antica magia, tutti loro compiranno un duro percorso per superare la perdita e la solitudine. Michael Winterbottom da sempre artefice di una produzione variegata, che và dai classici e cupi adattamenti dei romanzi di Thomas Hardy, come ”Jude” e ”Le bianche tracce della vita”, a sprazzi di lacerante realismo contemporaneo, si vedano il docu-fiction ”The Road To Guantanamo” o “Welcome To Sarajevo”, proseguendo per pellicole anomale come ”Codice 46” o ”A Cock and Bull Story”, è regista imperfetto capace di provocare contrastanti opinioni. Amato dai festival, ma non altrettanto dalla critica e dal pubblico, Winterbottom possiede una di quelle filmografie molto spesso sottovalutate. E neppure questo suo ultimo lavoro, dalla vita e dalla distribuzione travagliata (nonostante il passaggio ai festival di Toronto e Londra e la vittoria per la miglior regia al San Sebastian), ne risulta esente, pur avendo alcuni evidenti difetti.
“Genova” è, forse, uno dei film dell`autore britannico più intimisti e legati strettamente alla psicologia dei personaggi. Nella pellicola, viene ben sviluppato il senso del dolore, di vuoto ed abbandono, che la perdita di un genitore può lasciare in due figlie ancora bisognose di attenzioni, dall`età in cui la figura materna è di fondamentale importanza. Al contrario, più sfumato e meno preciso appare il dolore del padre, che per le due ragazzine appare più che altro come uno scoglio a cui aggrapparsi, di cui non si comprende appieno quali siano i sentimenti. Confuso e poco approfondito risulta anche il rapporto fra l`uomo e Barbara, amica dai tempi del college, che vive nella città e che aiuta loro ad ambientarsi, così come l`opera ad un tratto appare mancante di compattezza narrativa e stilistica. L`antica capitale portuale della Liguria è parte integrante della pellicola perchè sembra anche lei anima vivente e ferita, che crea nella confusione di Kelly e Mary ulteriore elemento straniante, ma non privo di quel senso di fascino e di libertà che essa può procurare alle due giovani menti. I vicoli, le strade, la vita, lo sfondo marittimo vengono descritti con insperato realismo da un regista non italiano e per una volta l`Italia non sembra essere sfondo patinato e inerme, come troppe volte sono state descritte le nostre città da un occhio esterno. Tutto risulta vivo, veritiero, spesso neppure lusinghiero. Ottima squadra di interpreti capeggiata dalle due ragazzine. Ad una Willa Holland nella parte dell`adolescente ribelle, che ricorda vagamente il suo vecchio ruolo di Kaitlin Cooper nella serie ”The O.C.”, si contrappone la tarantiniana Perla Haney-Jardine, dotata di un intuito straordinario nell`approccio visivo al suo sfaccettato personaggio, mentre Catherine Keener cerca di farci dimenticare i buchi di sceneggiatura della quale è vittima la sua Barbara.
(ERMINIO FISCHETTI)
Titolo originale: Genova
Produzione: GB, 2008
Regia: Michael Winterbottom;
Cast: Colin Firth, Catherine Keener, Willa Holland, Perla Haney-Jardine, Hope Davis, Margherita Romeo, Alessandro Guggioli
Durata: 92`
Genere: Drammatico
Data di uscita: 16 ottobre 2009
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