(Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane a cura di Erminio Fischetti)
Nel 2006, l’anno che la vedeva incoronata doppiamente regina, in televisione e al cinema, nelle vesti di entrambe le Elizabeth d’Inghilterra – la vergine regina e l’attuale monarca –, Helen Mirrenportava a conclusione il personaggio della detective capo Jane Tennison nello splendido Prime Suspect. Un ruolo femminile forte ed emancipato, ricoperto per la tv britannica dalla straordinaria interprete sin dal 1991, quando la popolarità non l’aveva ancora investita, in varie miniserie e film tv distribuiti in maniera irregolare tra gli anni Novanta e Duemila dal canale ITV in madre patria e dalla PBS (co-produttrice della serie) negli Stati Uniti. Jane Tennison arriva seconda, in ordine di tempo, a Cagney & Lacey come donna detective, ma sicuramente ha dalla sua la caratterizzazione di un personaggio più compatto e caleidoscopico delle due colleghe newyorkesi. Lei quotidianamente deve combattere, oltre che contro assassini, stupratori, serial killer, anche contro il sessismo imperante dei colleghi maschi. Prima di essere storie di violenza in città industriali degradate, le sofferenze alle quali deve mettere fine Jane Tennison sono quelle di più largo respiro di un’Inghilterra che veniva fuori a fatica dal distruttivo governo di Margaret Thatcher, un Paese fatto di differenze, di insensibilità, crudeltà e soprattutto privo di rispetto nei confronti dei più deboli, un Paese sporco e meschino, contraddittorio, finalmente lontano dal periodo imperialista, ma di cui conservava ancora in qualche modo i comportamenti. Eppure i Beatles e Mary Quant erano già passati a rivoluzionarne i costumi!
Valente esempio di sceneggiatura, Prime Suspect si concentra su tutto questo e per mezzo dell’attenta analisi sociale il personaggio del detective donna si muove con lucidità e acutezza rappresentando le caratteristiche della donna moderna con tutti suoi dubbi e, parimenti, le sue certezze; Jane Tennison si muove con sensibilità nei confronti delle vittime e con scaltrezza con i sospettati, ma è talmente brillante e intelligente che inevitabilmente non riesce a gestire la sua vita privata, le sue relazioni amorose confuse e distratte, il suo soffocato desiderio materno, i suoi rimpianti. Nei sedici anni del suo percorso, il personaggio cresce e si sviluppa, si fa carico della maturità, fino al suo ultimo caso alle soglie della pensione, quando ormai la maggior parte della vita è passata alle spalle. Nel mondo delle indagini di CSI, un lavoro come Prime Suspect si differenzia per la qualità della drammaturga, quasi teatro da camera miscelato con un’azione spartana e verosimile, funzionale alla vicenda. La suspence è tutta psicologica, tutta vista dagli occhi di una mente che ragiona sulla sfera dell’umanità e sulla mancanza di essa, non che calcola e fa funzioni matematiche che improvvisamente escono dal cilindro. Quello della Tennison è un sistema deduttivo fatto di armonia e coraggio. Le vittime e i carnefici, come la stessa eroina, in qualche modo rappresentano un mondo out, non fanno parte dei canoni e in qualche modo sono condannati loro malgrado dalle proprie scelte. La confezione del thriller qui trascende la semplice risoluzione del caso e si configura come visione universale di un periodo storico, dove il femminismo consolidato dalla letteratura e dalle classi borghesi era solo una funzione morale non praticata nella quotidianità della working class ed essere una lady di ferro significava essere senza cuore, non avere pietà, essere maschi (in senso dispregiativo), avvalorando ancora di più certi cliché sessisti. Jane Tennison invece propone il ritratto di una donna vera a 360 gradi che il cuore lo ha, ma lo conserva per chi se lo merita. Lotta per ciò che è suo di diritto. Un personaggio figlio del suo tempo e uno schema narrativo che sarà base di un remake americano con protagonista Maria Bello. Ma probabilmente i tempi sono un po’ superati per raccontare di una donna come Jane. E poi come potere immaginare qualcun’altra al posto di Helen Mirren?
Titolo originale: id.
Creatore: Lynda La Plante
Cast: Helen Mirren, Tom Bell, Frank Finlay, Tom Wilkinson
Produzione: UK/USA 1991-2006
Durata: 200’ o 90’ circa (6 miniserie, 3 film tv)
Distribuzione originale: ITV/PBS
Distribuzione italiana: Hallmark Channel/Fox Crime