“Des hommes et des dieux”: caduta di stile in concorso al 63° Festival di Cannes
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)
19/05/10 – A fronte di un bel titolo, un film decisamente brutto e diremmo quasi immorale. Des hommes et des dieux è ambientato in Algeria all’inizio degli anni Novanta ed è ispirato a una storia vera: le difficoltà di sopravvivenza di un gruppo di monaci cistercensi in un paese in cui l’Islam si stava fortemente radicalizzando. Si tratta dunque di un film che vorrebbe riflettere sul tema dei conflitti religiosi, ma affronta la questione con didascalismo e superficialità, mostrando tra l’altro i monaci come tanti santini privi di qualsivoglia spessore. L’agiografia raggiunge il suo apice con il personaggio del monaco medico che si spende senza sosta nell’aiutare la derelitta popolazione. Intermezzi pseudo-poetici con riprese grossolane in esterni, dialoghi posticci e urticanti, un’esagerata insistenza sull’atto del pregare dei monaci (anche perché priva di una ricerca di punto di vista o di una seppur minima variazione nella lettura delle scene) e aggiungiamoci il manicheismo che contrappone i cristiani buoni agli islamici cattivi (con la povera gente comune nel mezzo), ne vien fuori un quadro decisamente desolante, aggravato dalla scarsa abilità con cui viene maneggiato il complesso tema del rapporto tra l’Islam e la Cristianità. Un film che non avrebbe meritato il concorso principale.