Protagonisti di album di enorme successo, di una serie di cartoni animati idolatrata fin dagli anni ’80 e di un altrettanto fortunato franchise cinematografico, sembra proprio che i tre chipmunk Alvin, Simon e Theodore non vogliano proprio smetterla di gorgheggiare con le loro vocine un po’ stridule, buffe e divertenti, che si sono guadagnate la simpatia di svariate generazioni. Al trio di piccoli roditori, e alle loro controparti femminili, le Chipette, è infatti dedicato il terzo capitolo di Alvin Superstar, intitolato Si salvi chi può! e ambientato, per variare un po’ lo scenario pop e rockettaro che di solito accompagna la serie, tra oceani sconfinati e misteriose isole tropicali. Come al solito, a dar vita all’avventura è l’incorreggibile Alvin, ribelle e vanitoso, che un po’ per spirito di contraddizione e un po’ per l’incurabile dimestichezza nel combinare guai, finisce di nuovo per disubbidire al tutore della famigliola di chipmunk, l’umano Dave, cacciando tutti nelle situazioni più assurde. Stavolta i tre roditori canterini sono destinati a ritrovarsi naufraghi su un’isoletta sperduta nel nulla, abitata solo da un’altra pazza superstite che si comporta come Robinson Crusoe (o meglio, come la sua rivisitazione cinematografica nel film Cast Away) e da ragni che con le loro punture velenose provocano seri cambiamenti di personalità. E se a caderne vittima è l’occhialuto, serio e coscienzioso Simon, l’avventura può solo prendere una piega ancora più interessante, con tutti i personaggi costretti a scambiarsi caratteri, ruoli, pregi e difetti.
Come spesso accade nelle saghe di comprovato successo, è facile che alcuni sequel vengano realizzati ad uso quasi esclusivamente commerciale, con poco spreco di energie creative e pochissimi rischi in fatto di originalità e sperimentazione. Alvin Superstar 3 – Si salvi chi può! non è certo immune da questi difetti, ma bene o male riesce a garantire quasi tutte le qualità di un film hollywoodiano per il vasto pubblico: ilarità, buon ritmo narrativo, un design accattivante degli scoiattolini (realizzati sempre in computer grafica e in 3D), così come una sonora dose di musica pop… anche se in questo caso inevitabilmente rivisitata in versione chipmunk. Inutile però negare la netta prevalenza delle caratteristiche pensate e rivolte a un target prevalentemente infantile, prima di tutto l’estrema semplicità di una trama e di un’ambientazione non certo originalissima, ma dall’effetto garantito. Così come è ridondante la morale, ribadita in tutte le salse dall’inizio alla fine del film in modo anche più che didattico. Magari i bambini apprezzeranno, mentre per gli adulti sembra molto più probabile una pacifica tolleranza.
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