Altman in mostra

14/10/11 - In attesa dell'omaggio al TFF 2011, il Museo del Cinema ospita un'esposizione e una retrospettiva dedicata al maestro. A Torino fino al 29 gennaio.

Dalla nostra inviata GIOVANNA BARRECA

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del cinema di Torino
  • Emanuela Martini curatrice dell’evento
  • Gianni Amelio, regista e direttore del TFF
  • Tim Robbins ne I protagonisti (1992), Elliot Gould in M.A.S.H. (1970), Sam Shepard in Follia D’amore (1985), Lyle Lovett in America oggi (1993). E ancora le attrici Sally Kellerman in M.A.S.H. (1970), Farrah Fawcett in Il dottor T e le donne (2000), Gleen Glose in La fortuna di Cookie (1999) e Kim Basinger in Pret à porter (1994) sono le 8 foto di set che aprono la mostra dedicata al regista americano indipendente Robert Altman all’interno della Mole Antonelliana di Torino, Robert Altman. America America, visitabile dal 13 ottobre al 29 gennaio. Il Museo Nazionale del Cinema ha sposato l’idea del Torino Film Festival 2011 di omaggiare, attraverso la prima retrospettiva completa del nostro Paese, uno dei più grandi narratori dell’America del Novecento offrendo i suoi spazi sia per le oltre 100 foto tratte dai film e dai set cinematografici e 30 manifesti, sia la sala 3 del Cinema Massimo per diversi lungometraggi, oltre 40, una selezione dei documentari industriali e soprattutto serie televisive (per la prima volta in Italia) che non potrebbero trovare visibilità dei giorni del TFF (25 novembre – 3 dicembre).

    La mostra, come ha raccontato a RadioCinema la curatrice Emanuela Martini vuole raccontare soprattutto il cinema di Altman attraverso grandi tematiche che le sue opere, così poco etichettabili, hanno cercato di affrontare. Quindi avremo l’America e specie la fine del sogno americano e i volti dei tanti attori che lo hanno aiutato a rendere fattibile questo racconto. Altman considerava gli attori “artisti e creatori del film non meno del regista” precisa la Martini e tutti, da Paul Newman, a John Travolta (che il direttore del TFF Gianni Amelio vorrebbe tanto fosse ospite della Kermesse torinese), a Julianne Moore l’hanno sempre adorato per la libertà d’esprimersi che gli donava, tanto che erano tutti disposti a lavorare anche a paga sindacale. Regista che non si piegherà mai alle logiche dello star system hollywoodiano, rimarrà ai margini per oltre vent’anni riuscendo però a rinnovare il linguaggio attraverso scelte stilistiche originali che lo portaranno ad allargare lo spazio visivo e umano dei suoi racconti.

    Emanuela Martini ci ha raccontato le difficoltà nel reperire e soprattutto nello scegliere il tanto materiale dell’autore americano nato a Kansas City nel 1925 e morto a Los Angeles nel 2006. Interessante è stato scoprire cosa ha comportato il montaggio del video con diverse sequenze filmiche, parte della mostra, trasmesso in loop negli spazi del Museo perchè nel cinema di Altman il gioco con le decine e decine di attori in campo, con il campo e fuori campo non riguardava solo le immagini ma anche il sonoro dei suoi film. Per la curatrice e il suo team è stato difficile dividere le tracce sonore per l’uso dell’overlapping. Questi i dati più tecnici ma l’importanza della mostra, per Alberto Barbera, Emanuela Martini, Gianni Amelio e tutti i collaboratori agli eventi e al volume monografico a cura della stessa Martini (con saggi firmati da Enrico Magrelli, Michael Murphy, Matthew Sieg, Stephen Altman e Giulia Carluccio) sta nel permettere a un pubblico, si auspicano prevalentemente giovane, di godersi in una sala cinematografica i grandi capolavori di Altman e le sue opere meno viste e scoprire così i diversi volti di un autore “dal sorriso – precisa la curatrice – sornione, malinconico e umanissimo”. Ad accompagnare la retrospettiva al TFF ci saranno Stephen Altman, figlio del regista e famoso sceneggiatore, candidato all’Oscar nel 2002 per Gosford Park, il produttore Matthew Sieg, collaboratore di Altman negli anni ’90, l’ultima moglie del regista Kathryn Altman e gli attori Keith Carradine e l’attore Michael Murphy.

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    Rubrica: Belli e indipendenti