Talvolta di fronte a un grave lutto, personale o collettivo che sia, l’essere umano trae conforto dall’irrazionale, allontanandosi da spiegazioni meramente fenomenologiche, per rifugiarsi nella fede religiosa o nel soprannaturale, finendo magari vittima di ciarlatani e truffatori. E’ quello che accade nell’Inghilterra reduce dal primo conflitto mondiale ritratta in 1921 – Il mistero Rookford, thriller psicologico dalle atmosfere gotiche, che rivisita con partecipazione una pagina drammatica della storia britannica. Ma all’interno di una società in lutto che preferisce credere ai fantasmi piuttosto che accettare la scomparsa dei propri cari, si muove la razionalissima ed erudita Florence Cathcart (Rebecca Hall), sostenitrice della scienza, autrice di un libro anti-superstizioni e smascheratrice indomita di approfittatori. Contattata dal professor Mallory (Dominic West), la nostra scienziata si recherà nel collegio di Rookford, dove i giovani alunni sono terrorizzati dallo spettro di un bambino senza volto. Il percorso di Florence sarà duplice: da un lato dovrà accettare il bisogno estremamente umano delle credenze occulte, dall’altro dovrà fare i conti con un trauma che lei stessa ha occultato.
Dramma interiore e sociale si fondono dunque per dare luogo a una pellicola insolita, piena di spunti interessanti e di atmosfere ammalianti e ben costruite (si veda ad esempio la trovata della casa delle bambole, scenario utile a re-inscenare il trauma della protagonista). A dirigere è Nick Murphy che, al suo esordio sul grande schermo, ma con una ragguardevole carriera televisiva alle spalle (le serie Roma e Occupation, quest’ultima vincitrice di un premio BAFTA), dimostra un indiscutibile talento sia nella messinscena che nell’orchestrazione del cast. Ottima la performance della Hall, che riesce a dare credibilità al suo personaggio anche nei momenti più arditi (apparizioni del bimbo fantasma, ritrovamento di inquietanti peluche canterini, tuffi dal pontile, bagni caldi in momenti poco opportuni). Diabolica come al solito, la presenza di Imelda Staunton (l’indimenticabile ne Il segreto di Vera Drake di Mike Leigh), conferisce già di suo un surplus di inquietudine, e convince anche l’interpretazione di Dominic West (300, Johnny English – La rinascita) qui nei panni di un reduce di guerra autolesionista. Lasciano invece un po’ interdetti i numerosi colpi di scena che incrementano la tensione ma il più delle volte si risolvono in un “nulla di fatto”, lasciando lo spettatore a bocca asciutta. 1921 Il mistero Rookford mette infatti troppa carne al fuoco e finisce vittima di una trama ipertrofica che a tratti dimentica di fare leva sulla sua idea centrale: quell’elaborazione dolorosa del lutto di un’intera nazione, rimasta orfana della propria fede nel futuro.
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